Ancora nessuna soluzione da parte del Comune, che pure per legge è responsabile della presa in carico (ricordando che una volta giunti nel territorio amministrativo i giovani sono automaticamente in affidamento al sindaco che ne diventa tutore legale), per il gruppo di minori stranieri non accompagnati, egiziani e tunisini, che ieri mattina si è presentato in Questura a Como in cerca di aiuto (qui le ultime cronache e gli aggiornamenti). Così ancora una volta è toccato a don Giusto, parroco di Rebbio, “mettere una pezza” alle mancanze dell’Amministrazione per evitare che i ragazzini dovessero trascorrere la notte dormendo per strada.
“A noi volontari che ci stiamo occupando in prima persona di aiutare questi ragazzi, ancora oggi non è arrivata nessuna comunicazione da parte del Comune che parla solo con la Questura ma la cosa ben più grave è che ancora oggi, a oltre ventiquattro ore dal loro arrivo, chi di dovere non ha ancora trovato una sistemazione per loro – è il commento di Chiara Bedetti, referente di Refugees Welcome che, insieme a volontari di diverse realtà associative comasche, è in prima linea da ieri per seguire le sorti di questi minori – dei tredici iniziali, per uno è stato trovato già ieri sera un posto in una delle strutture preposte alla prima accoglienza e due si sono volatilizzati in mattinata mentre stamattina si è aggiunto un nuovo ragazzino arrivato da solo”.
“L’idea che pian piano questi ragazzi, stanchi di aspettare e di essere sballottati, spariscano come già fatto da alcuni di loro, a qualcuno potrebbe quasi sembrare la soluzione del problema – aggiunge – ma in realtà bisognerebbe chiedersi dove vanno a finire, aiutati da chi e a fare cosa al posto di essere indirizzati verso una forma di accoglienza giusta che li tuteli”. E domani mattina si torna davanti alla Questura aspettando che dal Comune arrivi una risposta che non sia soltanto un silenzio che dice “Ci pensi qualcun altro”.