Se a un quaranta/cinquantenne comasco dici Arnold’s l’effetto madeleine è assicurato: il panino Praga, fontina e salsa rosa, la birra con le patatine fritte, i tavoli e le panche di legno che hanno ascoltato chiacchiere e risate di mezza città.
Si contano sulle dita di una mano i posti come quello ed è stato un quasi lutto cittadino quando, nel 2015, la birreria di via Borgovico ha staccato l’insegna di legno e chiuso definitivamente i battenti lasciandoci tutti un po’ orfani. Sì è vero, il locale aveva riaperto con un altro nome, un’altra pelle, ma non era la stessa cosa.
C’è solo da immaginarsi, allora, il colpo al cuore che deve aver preso chi si è trovato a passare da via Borgovico e, tra una coda e l’altra, ha guardato distrattamente verso quella porta: la vecchia insegna di legno con la scritta tutta svolazzi è tornata al suo posto. Un salto nel passato, una botta di nostalgia da farti fermare la macchina per entrare “tanto sarà tutto cambiato, figurati. Avranno giusto rimesso l’insegna”.
E invece dietro il bancone trovi i tatuaggi di Gianni e il sorriso di sua moglie Paola e scopri che quello che hanno riaperto non è una semplice birreria ma una vera e propria macchina del tempo.
“Venivamo qui da ragazzi – racconta Gianni Fortunato col sorriso di uno che il cuore l’ha lasciato su questi tavoli, come tanti – poi un giorno abbiamo deciso di cercare un locale da gestire insieme. Io facevo il camionista e mi ero stancato di quella vita da nomade, lei invece gestisce già, con una socia, la Caffetteria Aurora a Carate Urio”.
E, cercando tra gli annunci, ecco spuntare quel nome: “Quando abbiamo visto che era l’Arnold’s l’abbiamo subito preso – continua – ma all’inizio solo Paola voleva chiamarlo ancora con il vecchio nome, io pensavo a qualcosa di nuovo”.
A fargli capire che quello sarebbe stato un vero e proprio sacrilegio ci hanno pensato gli amici: “Si ricordavano tutti di questo locale, sapevano addirittura a memoria la lista dei panini e così mi sono convinto”.
Ma Gianni e Paola non si sono limitati a rifare l’insegna esattamente com’era. Loro, di quel locale in cui è rimasto tutto come 30 anni fa, hanno risvegliato l’anima. “Grazie alla proprietaria siamo riusciti a recuperare la vecchia lista dei mitici panini dell’Arnold’s e l’abbiamo riproposta esattamente uguale – spiega Gianni – mancano solo le patatine fritte e gli hamburger perché la normativa per cucinarli è cambiata, ma ci stiamo organizzando”.
E poi il colpo di grazia, o il colpo al cuore per meglio dire, quel dettaglio che fa la differenza e che racconta la bellezza della loro avventura più di mille parole: “Per caso siamo riusciti a trovare il fornaio che faceva il pane per il vecchio Arnold’s – racconta – ma ora è in pensione, fa il pane solo per il negozio della figlia. Un giorno però si presenta questo signore con i capelli bianchi e un sacchetto di pane in mano. Si è guardato intorno e si è commosso vedendo che non è cambiato niente e ha deciso di farlo anche per noi, in nome dell’amicizia con i vecchi proprietari e di tutti i bei ricordi. Ed è esattamente lo stesso tipo di pane di allora, uguale”.
Questo locale, però, non è solo una finestra sul passato, è anche nuove idee per futuro, come spiega Paola Caroni: “Sono un’attrice di teatro (recita nella Compagnia Comica Lariana, Ndr), ho una grande passione per la musica e lo spettacolo. Abbiamo investito su un impianto audio professionale e una volta alla settimana ci sarà musica dal vivo, però non vogliamo che sia solo un locale che fa musica, ma un locale per musicisti, dove esibirsi ma anche incontrarsi e fare progetti”.
Ad accompagnarli in questa avventura ci sono il figlio di Gianni, Samuele e due ragazzi, Antonio e Adina, tutti talmente giovani da non poter ricordare gli anni d’oro dell’Arnold’s ma con l’entusiasmo giusto per accompagnarlo in questa seconda giovinezza.
E per chi volesse un tuffo nel passato (e nel futuro), l’inaugurazione è fissata per venerdì 4 ottobre alle 21 con la musica dei Thinkin’Blues. Bentornato Arnold’s, e buona fortuna!
4 Commenti
Molto bene…..
In bocca al lupo!
Mah: i tempi sono cambiati, quello che piaceva una volta oggi è anacronistico…
YES!