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Moritz Mantero: “Ticosa, San Martino, le architetture. Como, quanta bellezza e quante occasioni mancate”

Presidente di Mantero Seta e di Orticolario, radici sempre salde nella sua Como. Moritz Mantero è nato con la Repubblica italiana e ha tagliato, nella sua vita, traguardi assoluti da imprenditore tessile, quali l’apertura delle filiali Mantero a Parigi, New York e Hong Kong (ora a Hangzhou). Nel 2009 si è inventato Orticolario, altro successo internazionale. Dalla politica ha invece avuto ben poche soddisfazioni. Trent’anni fa gli sfuggì la poltrona di sindaco con un progetto civico. Ha avuto e ha idee di sviluppo della città e della società mai banali e accetta di buon grado di fare qualche riflessione per ComoZero. Spunti, indicazioni…In queste righe non si parlerà di chiusure di nidi, piscine e luna park, non si attaccherà neppure l’attuale amministrazione. Non è mai stato nello stile Mantero del resto. Sono riflessioni sul presente e sul possibile sviluppo della Città di Volta. Si apre e si chiuderà con considerazioni demografiche.
“Como sta invecchiando, è qualcosa di innegabile e presto calerà anche il numero dei residenti. Non possiamo contare sulle nuove nascite. C’è una fuga dal centro storico. C’è chi lascia perché il centro è diventato invivibile e chi invece ha preferito trasformare la sua abitazione in case per affitti brevi. Dobbiamo inventarci qualcosa per trattenere o attirare i giovani in città”.

Lei che idee avrebbe? Forse si poteva pensare qualcosa nell’area della Ticosa.
Ma certo, quella resta una parte strategica della città. Io non ho niente contro la realizzazione di parcheggi, ma mi chiedo perché si debbano realizzare a raso? Con una così ampia occupazione del suolo. Oggi i parcheggi si fanno sotto terra. L’ex Ticosa era la più grande tintostamperia d’Europa. Parliamo del quartiere di accesso in città. Io avrei preservato anche il Corpo a C, ma comunque, non perdiamo l’occasione per realizzare anche qualcosa d’altro rispetto al parcheggio. Creiamo un hub creativo per i giovani, con degli alloggi. Collegato all’università magari. Noi abbiamo la creatività nel sangue. Alla fine del secolo scorso, negli anni ruggenti del tessile, c’erano centinaia di studi di disegni. Più a Como che nel resto del mondo. Oggi i numeri sono scesi, basta andare a Comocrea, ma quel patrimonio di creatività è ancora vivo è nel Dna dei comaschi e non va disperso.

Vorrebbe replicare insomma il modello ComoNext in Ticosa?
Più o meno, ma declinato sulla creatività. Comonext è stato un successo, ha attirato le start up, i giovani imprenditori, li ha incubati e fatti crescere. L’idea di hub creativo, vorrebbe dire ospitare giovani artisti, designer, scultori, pittori, inventori, videomaker… delle botteghe rinascimentali. Sono convinto che sarebbe un modello vincente. Per questo confido che non ci si limiti a realizzare un parcheggio in Ticosa.

La Santarella potrebbe bastare per la sua idea di hub?
La vedo più che altro come un simbolo di quello che è stata la Ticosa. Ma si devono creare spazi nuovi per attirare i giovani e fare uscire la loro vena artistica. Si potrebbe affidare il progetto a un bravo architetto, magari non comasco per evitare invidie e gelosie.

Un polo attrattore diverso dal turismo e dal lago che pure sta vivendo un periodo d’oro.
Siamo tutti un po’ viziati dal lago, per carità, nessuno ce lo tolga, ma oggi la città deve essere in grado di ospitare il visitatore non solo per mandarlo via, facendolo stare in coda e prendere un battello o la funicolare. Cerchiamo di farlo restare in città per le ricchezze architettoniche. Dalla romanicità al Razionalismo, che vanno valorizzate più di quanto avviene oggi. Pensi solo ad attraversare la via Mentana, una strada anonima di uscita dal centro. Invece è un susseguirsi di palazzi che altrove sarebbero valorizzati. Basterebbero anche soltanto dei cartelli che ne spiegano l’architettura. La città non offre solo la splendida Casa del Fascio.

Lei ha anche idee per il San Martino però.
Si deve pensare oggi a come valorizzare la zona e ci vogliono amministratori che possibilmente si mettano al tavolo senza litigare: Comune, Provincia e Regione. E’ un polmone verde molto bello, che ospita edifici vuoi. Abbiamo una ricchezza chiusa in un cassetto che si sta impolverando.

Parliamo un po’ della sua altra missione. Il verde del San Martino si potrebbe collegare al resto della città secondo lei?
Ma certo, fino al Parco della Spina Verde, che va valorizzata con i suoi percorsi in mezzo alla natura. Il rispetto per l’ambiente, l’ecosostenibilità, il piantumare alberi, son ormai entrati nel lessico di qualsiasi cittadino, in particolare degli stranieri. I parchi inglesi sono poli attrattori di turisti. Io dico, perché non ragioniamo di una città più verde. Non conosco abbastanza bene il progetto dei giardini a lago, so che verranno tagliati degli alberi, confido che ne vengano piantumati di nuovi, magari più di prima. Stefano Mancuso ci ha insegnato che gli alberi servono soprattutto per salvare l’umanità. Pensi che bello, se Como fosse anche meta di un turismo verde. L’idea di chi ha fondato con me Orticolario, Alfredo Ratti, è che la città diventasse un grande orto botanico. L’evento di Villa Erba deve contagiare i comuni limitrofi, ad iniziare dal capoluogo. Si potrebbero realizzare percorsi straordinari di collezioni botaniche. Dalle azalee alle ortensie, ai cespugli melliferi. In Brianza abbiamo un distretto di florovivaisti tra i maggiori d’Italia. Le idee non mancano, e credo che le essenze botaniche siano anche belle e da affiancare alla bellezza della città. Como è ancora un po’ trascurata nella periferia, ma innegabilmente bella.

Peccato che sembra mancare sempre di idee e di spinta. Come ha detto lei, sta invecchiando Como.
Sì, ma non si pensa neppure a fare restare gli anziani in città. Quella dell’ex Orfanotrofio è la sconfitta più evidente. Alla Ca’d’Industria c’è la lista d’attesa per entrare, abbiamo una struttura in centro, con un bel cortile e lo vendiamo. Perché non pensare invece di realizzarvi un centro anziani? Davvero un peccato venderlo.

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9 Commenti

  1. Moritz Mantero ha perfettamente ragione, “Ticosa, San Martino e ci aggiungerei anche la Caserma De Cristoforis” sono ferme al palo da decenni e nessuno, nemmeno le “tanto efficienti opposizioni”, muovono una paglia per dare una risposta seria a tutto questo.

  2. Come non essere d’accordo con ogni parola detta dal Sig.Mantero…Un cittadino che tanto ha dato in termini di bellezza e creatività a Como ,che con il suo lavoro l’ha fatta conoscere in tutto il mondo. Da cittadino romano,che per 25 anni è vissuto sul lago ed ancora ci trascorre lunghi periodi spero Como resti una Città da vivere , amata da cittadini e visitatori.

  3. Non ha detto niente di nuovo …manca la volontà e le risorse , e x il San Martino lui nemmeno sa che funzione aveva o comunque nemmeno la visto da lontano …li ci saranno sempre le urla della povera gente

  4. Grande Personaggio il Sig MORIZ MANTERO amante della Sua città, come lo siamo Noi Cittadini Comaschi ,, Che vorrebbe vedere dei miglioramenti Socio Culturali che aiutano a migliorare la Città e favorire i giovani dandogli la possibilità di migliorare professionalmente,, Vero che abbiam bisogno di parcheggi , ma van creati dei sotterranei, e sopra poterci creare degli appartamenti e negozi compresi dei locali x attività anche x anziani,, visto che a Como han tolto lo spazio dell’unica struttura che esisteva da quasi un secolo ,,questo dovuto a chi attualmente gestisce la Città

  5. Parole ricche di verità dette da un uomo che ha saputo fare molto nella sua vita, in molti ambiti. Spero il futuro ci offra tanti giovani e ” maturi” con tanta voglia di valorizzare la nostra amata Como.

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