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Una lettera piena d’amore di Bruna Lai Masciadri: “Museo della Seta, così ebbi l’idea. E salvammo il tesoro dalla discarica”

Nel dibattito nato, poco prima di Natale, dopo l’annuncio a sorpresa delle dimissioni del direttore del Museo della Seta Paolo Aquilini (qui il racconto), la solidarietà di uno dei fondatori, l’imprenditore serico Moritz Mantero (qui i dettagli), e la replica della presidente Giovanna Baglio (qui l’intervento), si inserisce oggi la voce gentile di Bruna Lai Masciadri, 97 anni portati con grinta invidiabile, Abbondino d’Oro 2014 la prima che, esattamente quarant’anni fa, ebbe la meravigliosa intuizione che portò alla nascita di questo gioiellino tutto comasco. E lo fa quasi in punta di piedi, con una lettera inviata a ComoZero che racchiude tutta la delicatezza di una signora d’altri tempi, lontana da qualsiasi polemica e desiderosa solo di ricordare la nascita di quello che per lei è quasi un figlio. Perché è solo grazie all’intuizione di questa donna, solo all’apparenza fragile, che oggi esiste il Museo della Seta e nulla della lunga storia delle imprese seriche comasche è andato perduro.

Perché fu proprio lei la prima che, in un momento storico in cui ancora si faticava a comprendere l’importanza di conservare la memoria dell’industria trainante dell’economia locale, davanti ai macchinari della Tintoria Pessina pronti per essere portati in discarica, ebbe la meravigliosa idea di creare dal nulla un museo coinvolgendo fin da subito la Classe del 1927 di cui lei stessa faceva parte, che si fece carico dei costi.

“L’idea di un museo tessile nacque in me nel 1984 da una visita fatta in Tintoria Pessina. Mi colpì profondamente la vista di tutti quei macchinari pronti per la discarica. Nella stessa sera, durante una riunione del consiglio direttivo della mia classe, 1927, raccontai con grande emozione quanto avevo visto e proposi di raccogliere qualche reperto per un futuro Museo della Seta – scrive infatti nella sua lettera – l’entusiasmo fu tale che si decise subito di contattare, per cominciare la raccolta, i fratelli Stecchini, anche loro pronipoti come me di Gaetano Pessina, che fondò nel 1903 la Tintoria di via Solone Ambrosoli”.

Ma prima ancora che a quel risultato straordinario che è il Museo di via Castelnuovo, l’amore di Bruna Lai per il mondo della seta diede vita a un piccolo miracolo più unico che raro in una città spesso chiusa come Como: un circolo virtuoso che vide la partecipazione di imprenditori che misero a diposizione i macchinari in disuso delle loro aziende, di ex lavoratori del settore come l’indimenticabile Guido Ambrosini, della Provincia che offrì l’attuale sede di via Castelnuovo, del Comune che ne finanziò la messa in sicurezza e dell’Associazione Ex Allievi del Setificio che entrò a far parte del comitato di soci fondatori, solo per citarne alcuni.

Fu così che il 4 ottobre 1990 fu fondato il Museo Didattico della Seta, scrigno preziosissimo di conoscenze e memorie di un mondo che, altrimenti, sarebbe andato irrimediabilmente perso, seguito due anni dopo dalla nascita dell’Associazione che lo gestisce. Negli anni, poi, cambiarono i tempi, le persone e le visioni ma non cambiò mai il desiderio di tenere vivo questo luogo. E, nonostante la scelta di farsi da parte presa durante la recente pandemia, non è cambiato neanche l’amore di Bruna Lai per questa sua creatura che, senza il suo intuito e la sua instancabile passione, non avrebbe visto la luce. Qui riportiamo per intero la sua lettera. Leggetela. È un racconto prezioso di un dono meraviglioso fatto alla città e a tutti noi, un racconto di amore e visione di cui Como avrebbe davvero ancora bisogno:

L’idea di un museo tessile nacque in me nel 1984 da una visita fatta in Tintoria Pessina. Mi colpì profondamente la vista di tutti quei macchinari pronti per la discarica. Nella stessa sera, durante una riunione del consiglio direttivo della mia classe, 1927, raccontai con grande emozione quanto avevo visto e proposi di raccogliere qualche reperto per un futuro Museo della Seta. L’entusiasmo fu tale che si decise subito di contattare, per cominciare la raccolta, i fratelli Stecchini, anche loro pronipoti come me di Gaetano Pessina, che fondò nel 1903 la Tintoria di via Solone Ambrosoli.

A Madeli Stecchini un grazie per l’indimenticabile esperienza vissuta insieme in quegli anni.

L’onere finanziario di questa iniziativa fu in capo alla mia classe, 1927, integrato al bisogno da me e da Felice Bernasconi. Nel novembre del 1987 fu presentata alla Provincia la richiesta di spazi nel caseggiato di via Valleggio – via Castelnuovo, richiesta che la Giunta Provinciale approvò all’unanimità il 26 novembre, destinando la somma di 410 milioni di lire per l’adeguamento e la messa in sicurezza di tali spazi.

Cominciò in quell’anno la preziosa collaborazione di Guido Ambrosini, nostro coetaneo in pensione dopo 40 anni di lavoro in Ticosa.

Nell’aprile 1988 fu costituita l’ Associazione Amici del ‘27” e fu dato l’incarico all’architetto Rosalba Giani di redigere un progetto da presentare alla Cariplo per ottenere un eventuale finanziamento.

Il progetto fu approvato e fu assegnata la somma di 107 milioni di lire all’Associazione Amici del ‘27, che contattò l’Associazione Ex-Allievi del Setificio per costituire un comitato di soci fondatori composto da Bruna Lai, Felice Bernasconi, Guido Ambrosini e Giuseppe Dalla Bona per gli Amici del ‘27, e da Isidoro Ronzoni, Rosalba Giani, Vanna Porro e Alberto Tagliabue per gli Ex-Allievi del Setificio. Tagliabue, un anno prima dell’inaugurazione del Museo, diede le dimissioni dal comitato per il disaccordo, così scrisse, con gli altri 7 membri. Il 4 ottobre 1990 fu inaugurato il Museo Didattico della Seta e in marzo 1991 fu costituito un nuovo comitato di cui fecero parte Isidoro Ronzoni, Gianni Brenna, Rosalba Giani, Giuseppe Dalla Bona, Bruna Lai, Moritz Mantero, eletto presidente, e Vanna Porro.

Si pensò subito di costituire l’“Associazione per il Museo della Seta di Como”, che nacque il 2 aprile 1992, e l’iter di questa pratica fu seguito fin dall’inizio dall’avvocato Giuseppe Dalla Bona. Primo presidente dell’Associazione fu Federico Mantero che passò il testimone a Giovanni Orsenigo, due presidenti che hanno lasciato un ricordo profondo in me e in tutti i collaboratori del Museo per l’amicizia, il rispetto e la considerazione dimostrati.

Dopo Orsenigo ci furono altri presidenti e il mio lavoro proseguì anche con loro in un clima molto diverso. Il Covid bloccò anche il Museo per un lungo, difficile periodo e in quei giorni finì dopo più di 30 anni il mio lavoro al Museo.

Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nella mia idea e che hanno lavorato con me per dare alla nostra Como il Museo della Seta che da tanti anni aspettava.

Queste parole sono state scritte per amore di verità.

Bruna Lai Masciadri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. La Signora Bruna Lai Masciadri è una persona di un carattere ed intelligenza
    Incredibile , che ama Como, la sua città.
    Essendo il Setificio una parte importante
    della storia di Como, ha fatto di tutto e di più affinché tale prezioso tesoro venga
    conservato, e che tale memoria non venga dimenticata.
    La città di Como deve ringraziare la Signora Bruna Lai Masciadri per quanto ha fatto e continua ha fare nel nome del Setificio.

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