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Nel centro storico di Como una mostra incredibile sveglia chi si dimentica della cultura: “Un segnale per la città turistica”

In una città che si scopre sempre più attrazione turistica e sempre meno laboratorio culturale, c’è chi prova a invertire la rotta.

È il caso di Nel bosco, mostra inaugurale della Collezione Milly Pozzi Arte, che apre al pubblico la sua sede venerdì 23 maggio alle ore 18.30 in via Cesare Cantù 60, nel cuore storico della città. Roberto Borghi, critico d’arte e curatore della mostra, ci ha raccontato la genesi, gli intenti e le visioni di un’iniziativa che, nelle sue stesse parole: “Vuole essere un piccolo ma importante segnale culturale in una città votata al turismo”.

Roberto Borghi (foto Pozzoni)

“Milly Pozzi è una mecenate vera”

A rendere possibile questa mostra è stata, innanzitutto, la passione e la determinazione di Milly Pozzi, collezionista comasca di lungo corso, nota per aver sostenuto, tra gli altri Giuliano Collina. “Milly – ha raccontato Borghi – ha avuto una galleria tra via Parini e via Diaz, attiva per una decina d’anni fino circa al 2014-15. Poi ha deciso di chiuderla e diventare mecenate. Oggi ha scelto di mettere a disposizione la sua collezione, in una sede espositiva visitabile su appuntamento. Una formula innovativa per Como, che a Milano è più comune. Ma qui da noi è una vera novità”.

La sede, ricavata in un elegante spazio con soppalco, ospiterà una serie di mostre costruite attorno a un’opera della collezione, affiancata ogni volta dai lavori di un giovane artista selezionato per una sintonia tematica o formale.

Un’assenza culturale che pesa

“Fino all’anno scorso Como aveva due gallerie d’arte contemporanea gestite con coraggio da due giovani – ha continuato Borghi – sono stati degli eroi: hanno resistito dieci anni in una città non sensibile al contemporaneo. Ma ora non c’è più nulla. E intanto il Museo Civico è chiuso da anni, e nessuno sa quando riaprirà. In una città piena di turisti che non sanno cosa fare, ci vorrebbe almeno un luogo che proponga arte contemporanea. Per questo, onore al merito a chi prova a fare qualcosa. Anche nel piccolo”.

La situazione culturale della città, secondo Borghi, è tutt’altro che soddisfacente: “A Como manca reattività creativa, curiosità, desiderio di dare senso all’esistenza. È un mistero. E la cosa più paradossale è che tutti si lamentano dicendo che ‘a Como non si fa mai niente’. Ma nessuno si muove per cambiare le cose“.

“Nel bosco” come visione e come luogo reale

La mostra Nel bosco prende avvio da una grande fotografia di Luca Scarabelli, Floating points, realizzata nel 2006 e già presentata anni fa in una collettiva curata dalla stessa Milly Pozzi. “È un’opera ambientata nel bosco molto particolare, misteriosa – ha spiegato Borghi – Attorno a essa abbiamo costruito una sintonia con le opere recenti di Davide K. Allodi. Una serie di dipinti e sculture che non sono stati ‘scattati’ nel bosco, ma che dal bosco traggono ispirazione visiva e materica”.

Curiosamente, i due artisti non si conoscevano, ma frequentano gli stessi luoghi: i boschi della Valle dell’Olona. “Per entrambi il bosco è habitat originario, fonte di ispirazione. Le opere di Allodi, astratte, evocano dispersioni stellari su fondi bui, ma sono in realtà suggerite dalla qualità particolare del buio del bosco. Un luogo dove la visione mitica della natura si fa concreta. Dove anche il buio è di un’altra qualità”.

Un piccolo evento, ma con significato

La mostra è composta da 7-8 opere in tutto. Con un chiaro intento: “Dare un segnale, dire che anche qui può esistere una proposta culturale. Far venire voglia ai comaschi stessi di vedere un’opera d’arte”. La mostra Nel bosco resterà aperta su appuntamento fino al 23 giugno. Per prenotare una visita, è possibile contattare il numero 335 6929187.

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