Nuovo capitolo in quella che ormai si può definire “la battaglia degli asili nido a Como”. Cgil, Csil, Uil e il Comitato Como a misura di famiglia hanno infatti sottoscritto un documento comune in cui denunciato il dialogo negato dall’amministrazione comunale, a maggior ragione dopo la decisione del Consiglio di Stato sulla struttura di Monte Olimpino. Pubblichiamo integralmente il comunicato di seguito.
Le organizzazioni sindacali CGIL Como CISL dei Laghi UIL Lario congiuntamente al Comitato Como a misura di famiglia, all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha disposto la sospensione della delibera con cui la giunta del Comune di Como aveva riorganizzato i servizi educativi, determinando la chiusura dell’Asilo nido di via Passeri e per l’anno 2025 del nido di Monte Olimpino, hanno chiesto urgentemente un incontro al Sindaco Rapinese.
Le organizzazioni sindacali e la rappresentanza dei genitori ritengono necessario sedersi al tavolo con l’Amministrazione perché il quadro di incertezza sulla prossima gestione del servizio educativo mette in difficoltà le famiglie che a settembre dovranno organizzarsi tra impegni di lavoro e di cura dei figli.
Ad oggi nessuna risposta è arrivata dall’Amministrazione. Persegue un atteggiamento di chiusura al confronto, che nega la possibilità di costruire un percorso di inclusione e soluzioni da poter condividere.
Insieme Sindacati e Comitato genitori ribadiscono che nell’interesse di tutela dei bambini e delle bambine, a sostegno delle famiglie e del personale le scelte da compiersi debbano assicurare la prossimità del servizio sul territorio e confermare l’integrazione con il sistema di istruzione, a garanzia della continuità educativa, così come indicato nella stessa sentenza.