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Niente Abbondino, proposta Braga (Dem): “Sala Stemmi del Comune intitolata a Don Roberto. Basta una firma di Landriscina”

Il mancato Abbondino d’Oro a don Roberto Malgesini, compensato con immediato contrappasso dalla Medaglia d’Oro al Valore Civile del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha acceso un confronto intenso in questi giorni a Como.

Ne abbiamo parlato molte volte:

Como gli nega l’Abbondino, dal presidente Mattarella medaglia d’oro al Merito civile a don Roberto

Non è questione di caccia al colpevole, a chi l’avrebbe voluto e chi no. Non onora la memoria del sacerdote ucciso a San Rocco un’inquisizione permanente.

Però, certo, pesa l’assenza di una parola del sindaco Landriscina che ieri, in una nota, si è limitato a ringraziare Mattarella per la medaglia.

Landriscina ringrazia Mattarella per la medaglia a Don Roberto. Ma nessun accenno all’Abbondino mancato

Così in queste ore arriva un’ampia riflessione della deputata comasca Dem, Chiara Braga. Con una proposta semplice e immediata: “Ho suggerito un’iniziativa a mio avviso capace di produrre un primo effetto immediato, richiamando subito l’Amministrazione della città (e in particolare il Sindaco) a una scelta concreta”.

Dunque: “Ho pensato che avrebbe senso intitolare a Don Roberto Malgesini l’attuale Sala Stemmi del Comune, dando quindi il segnale che quella richiesta di apertura e accoglienza che Don Roberto praticava con la sua vita, trova visibile riconoscimento nel centro, nel cuore stesso, della massima istituzione della Città, con una visibilità immediata destinata a rendere condivisi i sentimenti migliori di Como. Non servirebbe nessuna procedura particolare, solo un atto del Sindaco”.

La Sala Stemmi quando ospitava il Consiglio comunale durante i lavori di restauro dell’aula storica

 

Qui il testo integrale dell’intervento di Braga:

Sono state giornate controverse per la nostra città. Mi è capitato di riflettere molto sulle scelte contrastanti che sono state compiute, sulla distanza tra il riconoscimento venuto dal Presidente della Repubblica a Don Roberto Malgesini e l’incapacità delle istituzioni locali di compiere un gesto capace di superare divisioni e errori.

Nei giorni scorsi ho scritto una lettera ai consiglieri comunali del Partito Democratico a proposito della necessità di un confronto sulla tragica scomparsa di Don Roberto Malgesini e sulle ricadute che una vicenda così drammatica deve avere sulle nostre azioni individuali e collettive.

Ho suggerito un’iniziativa a mio avviso capace di produrre un primo effetto immediato, richiamando subito l’Amministrazione della città (e in particolare il Sindaco) a una scelta concreta.

Ho pensato che avrebbe senso intitolare a Don Roberto Malgesini l’attuale Sala Stemmi del Comune, dando quindi il segnale che quella richiesta di apertura e accoglienza che Don Roberto praticava con la sua vita, trova visibile riconoscimento nel centro, nel cuore stesso, della massima istituzione della Città, con una visibilità immediata destinata a rendere condivisi i sentimenti migliori di Como.

Non servirebbe nessuna procedura particolare, solo un atto del Sindaco. Nei giorni successivi ho discusso questa idea con i consiglieri del PD, Stefano Fanetti, Patrizia Lissi, Gabriele Guarisco, e li ringrazio per l’attenzione e la sensibilità che hanno manifestato.

So che ci sono anche altre ipotesi in campo e una dialettica aperta tra le forze politiche della città. Altre vicende, come dicevo, si sono nel frattempo verificate, e il loro significato morale e simbolico, in positivo e in negativo, non sfugge a nessuno.

Spero davvero che si possa ragionare in maniera seria sulla centralità della figura di Don Roberto, con il contributo di tutte le forze politiche che hanno la responsabilità di questa scelta. Penso che questo avrebbe senso, per ricordare degnamente Don Roberto e per ridare dignità alla nostra città, che non merita la rappresentazione modesta e mortificante offerta, purtroppo, da alcuni.

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