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Ufficiale, a Como arriva la terza linea del termovalorizzatore Acsm Agam. “Tecnologia efficace e sicura”

Oggi il gruppo Acsm Agam ha presentato il progetto di sviluppo del termovalorizzatore di Como, in linea con le politiche di sostenibilità ambientale e di economia circolare definite nel Piano Industriale 2021-2025.

L’attivazione di una terza linea dedicata al recupero dei fanghi di depurazione farà dell’impianto di Como un polo energetico innovativo: un ulteriore salto di qualità del gruppo nel campo delle politiche green e dell’innovazione tecnologica a beneficio del territorio. Un investimento da 57milioni di euro e un progetto che, se tutto andrà come previsto, diventerà realtà a metà 2025. Si tratterebbe di uno dei primi termovalorizzatori con questa tecnologia in Italia: al momento ce n’è solo uno in fase di realizzazione a Sesto San Giovanni.

Il progetto

L’obiettivo è completare il processo industriale di depurazione delle acque reflue consentendo di trattare, vicino ai luoghi di produzione, i fanghi di depurazione. “Siamo convinti che il piano elaborato dalla Business Unit Ambiente del gruppo Acsm Agam risponderà alle esigenze del nuovo Programma Regionale Gestione dei Rifiuti, che per i fanghi dovrebbe prevedere la necessità di diversificare i trattamenti in un’ottica di autosufficienza e prossimità con le nuove tecnologie emergenti, destinando all’agricoltura solo fanghi di elevata qualità” ha spiegato l’Amministratore Delegato di Acsm Agam Paolo Soldani.

“Con la realizzazione della nuova linea si offriranno quindi al territorio tecnologie e modalità di recupero energetico efficaci e sicure. Secondo i principi dell’economia circolare, il progetto consentirà di incrementare i quantitativi già attualmente prodotti dal termovalorizzatore di energia elettrica e termica e promuovere il recupero e il riutilizzo di importanti materie prime” ha precisato Pietro Perini, Responsabile Operativo di Acsm Agam Ambiente.

Il dimensionamento della nuova linea fanghi nasce dall’analisi della quantità di fanghi prodotta dai gestori del Sistema Idrico Integrato (SII) delle province di Como, Varese, Monza e Brianza e Lecco, pari a oltre 100 mila tonnellate l’anno, e dalle attività private. La potenzialità di trattamento della terza linea sarà pari a 85.000 tonnellate l’anno.

La terza linea sarà realizzata nell’area adiacente all’impianto di termovalorizzazione esistente, in località La Guzza, nella periferia meridionale della città di Como, che darà anche il nome al nuovo polo.

“La scelta di quest’area è stata dettata da evidenti possibilità di creare sinergie in termini di valorizzazione energetica con l’impianto di termovalorizzazione esistente, di sfruttare le infrastrutture esistenti (piazzali, aree di controllo e pesatura, area uffici) e valorizzare le conoscenze e le professionalità dei tecnici e degli operatori che attualmente lavorano all’interno dell’impianto” ha osservato Elisabetta Fasola, Responsabile del Termovalorizzatore di Acsm Agam Ambiente.

L’area d’intervento risulta classificata come Tessuto Urbano Consolidato, Servizi Esistenti (Piano dei Servizi) dal Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, rendendo compatibile a livello urbanistico l’area con l’intervento proposto. La progettazione della terza linea sull’area a fianco del termovalorizzatore permette di rendere operativa una zona già utilizzata per il trattamento dei rifiuti, senza utilizzare altri green field.

Il progetto segna un salto di qualità nelle politiche green a beneficio del territorio, coinvolto in un percorso di confronto pubblico che ha l’obiettivo di presentare il progetto nei dettagli e di raccogliere spunti utili da tutti gli stakeholder interessati.

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9 Commenti

  1. Anziché costruire un altro termovalorizzatore, perché non rivestono in qualche modo quella schifezza esistente e rendono pubblici i dati emissioni? Stile Milano, Bergamo, e altre città che li hanno rivestiti di pannelli…se proprio deve esserci…

  2. Non dovrebbero esserci impianti di questo tipo in territori con alta densità di popolazione. Non dovrebbe esserci un raggio entro il quale è meglio che non ci siano insediamenti umani ed attività connesse così da evitare una possibile scadenza della qualità della vita? Invece di fare una terza linea non sarebbe saggio spostare anche quelle già esistenti? Questo è un territorio che sarà sempre più densamente popolato. Quali ricadute ci saranno sulla salute degli abitanti della zona?
    È così che si fa prevenzione, anche e soprattutto sanitaria?

  3. Tutto il mondo evoluto sta andando verso una riduzione dei rifiuti di qualsiasi genere e noi cosa facciamo?? Termivalorizziamo!!
    Già il nome è una presa in giro…. Valorizziamo I rifiuti!!
    I rifiuti e gli imballaggi vanno RICICLATI!!!
    SOLO COSÌ LÌ VALORIZXIAMO.

  4. È poco interessante sapere che non verrà intaccato terreno vergine. Sarebbe interessate sapere quanto crescerà l’inquinamento rispetto allo stato attuale sempre che lo stato attuale si conosca o meglio lo si voglia dichiarare. L’ideale sarebbe sapere qual è oggi il livello della diossina, del PCB, degli idrocarburi aromatici e dei residui metallici nel materiale combusto a Camerlata, Albate, Bernate e Casnate. Sarebbe bello poi sapere quanto sarà la differenza in termini di prodotti inquinanti in queste aree dopo l’allargamento dell’inceneritore. Dopo di che si confrontano i risultati. In sintesi, la presentazione della quantità di rifiuti bruciati, di energia prodotta e di terreno vergine intaccato sarebbe interessante se comparata con una presentazione dei costi sociali dell’inquinamento. Ma capisco che a chi pensa ai vantaggi degli “stakeholder” questo non frega nulla!

  5. “green field” , ma è così difficile scrivere “senza consumare suolo”. Il gergo dei nuovi “manager” è a volte imbarazzante.
    I proventi di questa nuova linea serviranno per calmierare le tariffe dei servizi di questa società ?

  6. Ridicolo il contenuto di questo comunicato stampa; ridicoli i termini inglesi usati a sproposito per indorare una pillola amarissima per il territorio. L’ennesima. Nel silenzio.

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