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Nuvole grigie sul Natale delle aziende comasche. Manoukian (Confindustria) e i timori sul futuro. I dati

Economia, rallenta la produzione nel mese di novembre. L’allarme arriva dal presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian. “Non possiamo nascondere la preoccupazione dovuta all’incertezza riscontrata nel mese di novembre che conferma una decelerazione dei ritmi produttivi iniziata già dopo le ferie estive – spiega i presidente – Non mancano, certamente, situazioni positive che riportano ai valori del 2019, ma per molte realtà la contrazione dei margini dovuta al forte innalzamento dei costi di energia e materie prime rappresentano una criticità che affievolisce gli entusiasmi per i prossimi mesi”.

I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido delineano per il mese di novembre, rispetto ad ottobre, un quadro di deciso rallentamento degli indicatori delle realtà comasche. La domanda decelera per oltre due realtà su cinque sia sul versante nazionale, sia quello estero. A livello italiano si registra una diminuzione degli ordini per il 45,3% del campione, stabilità per il 43,4% mentre aumento per il rimanente 11,3%. La capacità produttiva mediamente impiegata dalle aziende di Como si attesta in novembre al 76,8%, di circa due punti percentuali al di sotto rispetto a quanto esaminato nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale di settembre (79,1%).

Lo scenario delineato ha risentito anche dalle conseguenze generate dalla prosecuzione del conflitto russo-ucraino, a cui si sommano gli effetti delle misure sanzionatorie intraprese a livello internazionale contro la Russia. Un’azienda comasca su cinque (20%) ha indicato una contrazione della propria quota di export in novembre mentre il 22,6% ha riscontrato un ulteriore aggravio delle problematiche inerenti all’approvvigionamento di specifiche materie prime.

Tra gli indicatori esaminati, quello associato al fatturato risulta risentire maggiormente della fase di rallentamento. Le vendite sul mercato domestico calano per il 42,6% del campione, sono stabili rispetto ai livelli di ottobre per il 37% ed aumentato per il rimanente 20,4%. Il fatturato estero è considerato in contrazione per il 44,9% delle aziende, resta invariato per il 38,8% mentre è in crescita per il restante 16,3%.

“È evidente che in un clima di questo genere, oltre ad auspicare il calo dei prezzi dell’energia, sono necessari interventi governativi nazionali ed europei che diano impulso agli investimenti e ai consumi in modo da stimolare la domanda”, sottolinea Confindustria.

 

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