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Oggi in Vaticano l’abbraccio di Papa Francesco alla famiglia di don Roberto Malgesini: “Vostro figlio ha dato la vita nel servizio dei poveri”

Commosso incontro questa mattina in Vaticano.

E’ stato papa Francesco, durante l’udienza generale, a raccontare l’incontro con i genitori di don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso a Como in piazza San Rocco.

“Le lacrime di quei genitori – ha detto Papa Francesco –  sono le lacrime “loro” e ognuno di loro sa quanto ha sofferto nel vedere questo figlio che ha dato la vita nel servizio dei poveri. Quando noi vogliamo consolare qualcuno, non troviamo le parole. Perché? Perché non possiamo arrivare al suo dolore, perché il “suo” dolore è suo, le “sue” lacrime sono sue. Lo stesso, con noi: le lacrime, il “mio” dolore è mio, le lacrime sono “mie” e con queste lacrime, con questo dolore mi rivolgo al Signore”.

Dell’incontro ha poi parlato il vescovo di Como, Oscar Cantoni, sulle pagine di Vatican News.

Ecco un estratto dell’intervista:

“Una morte che ravviva la fede”: il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni riflette sulle parole usate dal Papa:

R. – Siamo molto grati a Papa Francesco per aver ricevuto tutta la famiglia di don Roberto Malgesini, il sacerdote che è stato ucciso barbaramente un mese fa. Il Papa ha benedetto i genitori di don Roberto. E’ stato un momento molto commovente. Il Papa ci ha ricordato che queste morti ravvivano la fede del popolo di Dio. Sono delle persone che sono già in paradiso e dal paradiso sostengono il cammino del popolo di Dio, a volte duro, in modo molto speciale e in particolare per coloro che vivono direttamente per l’evangelizzazione. Ecco siamo usciti molto consolati da questo incontro, rafforzati nella fede e nella carità.

Come hanno accolto questa carezza del Papa i genitori di don Roberto?

R. – Con molta commozione innanzitutto ma anche con tanta gratitudine, sapendo che attraverso il Papa era tutta la Chiesa che riconosceva il loro figlio e quindi hanno avuto un segno grande della tenerezza della Chiesa nei confronti di coloro che soffrono.

[…]

Alla sua diocesi cosa resta di don Roberto, della sua attenzione verso i poveri, della cura che lui aveva?

R. – Una cura e un’attenzione, una delicatezza particolare per le persone in sofferenza, soprattutto per i poveri, per il senzatetto, per coloro che sono profughi. Ma la caratteristica di questo prete era quello di inondare di dolcezza e di tenerezza le singole persone, per cui era una carità molto ben indirizzata non così genericamente ma portata a tutti indiscriminatamente, chiunque fosse.

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