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Patria, l’ultimo incredibile sfregio: sul piroscafo crescono piante e alberelli. E il pontile fa paura

Il Patria rifiorisce. Purtroppo non si tratta dell’annuncio tanto atteso, ovvero della ripartenza del piroscafo attraccato e abbandonato da anni a Villa Olmo, ma della verità pura e semplice. In senso letterale.

Lo stato di degrado in cui versa ormai da tempo il Patria, oltre alla ruggine che sta divorando lo scafo in più punti, da alcuni giorni mostra anche un altro aspetto in apparenza solo curioso ma decisamente emblematico: la fioritura di piante e veri e propri mini-alberelli che costellano il piroscafo da poppa a prua.

Arbusti che emergono dalle incrostazioni del natante e tra i bulloni ormai sempre più consumati dall’erosione degli agenti atmosferici. Uno spettacolo desolante proprio nel cuore turistico di Como. Per paradosso, è l’imbarcazione storica attraccata al molo della stessa Villa Olmo che fino a pochi giorni fa è stata ritrovo di un evento sfarzoso con invitati provenienti da tutto il mondo per il matrimonio di un miliardario britannico.

Un’immagine triste nel cuore verde della città con i tanti turisti inizialmente attratti dal Patria che però, più si avvicinavano all’imbarcazione, più finivano per indicare, sorpresi, i diversi punti ammalorati del piroscafo.

Altrettanto sconsolante è anche abbassare di pochi centimetri lo sguardo e osservare come procede incontrollata, senza che ci sia alcun intervento, l’erosione dei pali di legno che sostengono il molo, inaccessibile, che conduce a bordo del Patria. Segnalazione ormai vecchia di mesi ma a cui, come testimoniano le foto di queste ultime ore, nessuno ha provveduto.

Impossibile non notare le condizioni di uno dei pali in legno che sorreggono la struttura, letteralmente bucato da parte a parte. Un’enorme fessura al centro, non meno di 30-40 centimetri di vuoto, forse ben visibile ora a causa del lago bassissimo ma comunque inquietante. Il pilone di legno sta in piedi unicamente perché tengono le due fasce laterali del sostegno: in mezzo, c’è il vuoto.

Insomma, da qualunque prospettiva la si guardi, l’immagine del Patria trasmette un sensazione di amarezza senza pari. Tutto questo mentre Enrico Guggiari, presidente dell’Aero Club Como e promotore del piano vincitore del bando per la gestione del natante indetto dall’Amministrazione provinciale (proprietaria del piroscafo), è ancora in attesa di risposte. A maggio la sua ultima denuncia: “O arriva una risposta in tempi congrui oppure dovremo gettare la spugna. Abbiamo fatto tutto il possibile, abbiamo 3milioni e 200mila euro di investimenti pronti da usare, ma il Patria rimane sempre ormeggiato e in stato di degrado”.

Guggiari infatti ha pronto un piano, adeguato alle richieste della Soprintendenza, per immaginare il futuro del piroscafo che però è frenato dall’impossibilità di pianificare i lavori di rimessaggio. Lunghezze e incertezze su tempi e luoghi dove poter tirare in secco il natante e restaurarlo che ne mettono così a rischio il futuro. Ciò che fa riflettere è che, come raccontò qualche mese fa lo stesso Guggiari “gli investitori ci sono. C’è un’importantissima azienda di catering, tra le più grandi in Italia che è pronta a organizzare gli eventi a bordo. Ci sentiamo e mi sollecita. C’è un’agenzia che organizza matrimoni, circa 500 all’anno, entusiasta del progetto che non vede l’ora di partire con l’operazione”.

E allora dopo aver visto le fioriture sul Patria ecco che al telefono risponde sempre uno sconsolato Guggiari. “Mi chiede se ci sono novità? Nessuna, proprio nessuna. Siamo sempre in attesa di risposte che continuano a non arrivare. Siamo veramente rimasti senza parole. Il tempo passa, il Patria si degrada sempre più, ma nulla cambia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Non è la burocrazia. È la Navigazione che non vuole concorrenza!
    Devono muoversi i nostri politici a Milano e a Roma. Basta chiacchiere! Se serve che si incatenino ad un palo fuori dal pirellone o dal parlamento. Bisogna sporcarsi le mani. Non solo prendere la ricca indennità…

  2. Il delirio della burocrazia che non è neppure capace di “disfarsi” di ciò che non riesce a gestire…..

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