“Le perizie non vanno bene, ci sono elementi contraddittori da chiarire. Peraltro non si capisce perché nel 2016 al residente andava bene un’intesa sulla chiusura a mezzanotte e oggi no”. Giuseppe Marco Belvedere, legale degli esercenti di Piazza De Gasperi, ha chiesto di intervenire dopo i primi giorni di coprifuoco in zona, seguiti alla decisione del giudice.
PIAZZA DE GASPERI: LA CRONISTORIA
In qualche modo, oltre il tecnico e il giudiziario, l’intervento di Belvedere è una sorta di risposta alla lettera del residente di piazza de Gasperi che ha dato il via alla contesa cinque anni fa:
Coprifuoco in piazza De Gasperi. Lettera del residente: “Io solo e linciato. La mia verità”
Il legale sta preparando ricorso contro il provvedimento d’urgenza emanato dal magistrato. Scadenza ultima per la consegna il 6 luglio. “Ci sono molte questioni aperte – evidenzia – intanto bisogna leggere il verbale del 18 giugno 2017. Durante le indagini fonometriche il Ctu (Nel processo civile il Consulente Tecnico d’Ufficio, Ndr) ha espressamente chiesto, come indicato dalla Legge, di poter effettuare i rilievi sia con le finestre chiuse che aperte. Il residente ha chiaramente detto che non era necessario”.
Dal verbale: “Nel corso dell’incontro, la parte attrice […] rappresenta che la situazione di disturbo si verifica con finestre aperte, di talché si rende superflua l’esecuzione di misure fonometriche con finestre chiuse”.
Inoltre, spiega il legale, “La casa del residente, da planimetria, ha le stanze da letto e relative finestre affacciate sul retro dello stabile, non sulla piazza. La parte della casa coinvolta è dunque il salotto. La lesione del diritto alla salute rivendicata dal residente è contraddetta a questo punto”.
“I due argomenti sono strettamente correlati. Il provvedimento d’urgenza dal punto di vista giuridico ci sta alla luce dei superamenti acustici ma sul piano pratico non ci siamo sul piano pratico, quale diritto alla salute viene violato?”.
A proposito dei rilievi il legale contesta merito e metodo. “Il Ctu ha omesso di effettuare i rilievi utilizzando criterio differenziale che consiste nell’isolare la fonte disturbante rispetto al rumore di fondo. Questo comporta rilievi sui valori massimi ma c’è tutto: clienti, traffico, gente di passaggio, clienti funicolare tutto questo rumore ambientale infine è stato attribuito agli esercenti”. Su questi tre passaggi, finestre, ubicazione delle stanze, metodologia delle indagini fonometriche il giudice sentirà il Ctu in un’udienza fissata il prossimo 13 luglio.
Nel 2016 residente e esercenti erano a un passo dall’accordo. “Accordo saltato per volontà del comune ma uno dei punti d’intesa era la chiusura alle 24. Mi chiedo perché oggi non vada più bene”. Intanto gli esercenti sono in attesa del via libera della sovrintendenza all’installazione di dehors fonoassorbenti. “Dovrebbero risolvere il problema”.
Un commento
Portate il ricorso fuori da Como e dalla sua lobby stantia.