Riportare alla vita un antico uliveto, usando la pietra di montagna per ricostruirne i terrazzamenti affacciati sul lago di Como.
Ecco l’obiettivo del “Cantiere di costruzione condivisa” che Zaira Pedrini, abitante di Ossuccio, ha organizzato per questi giorni portando maestri tagliatori di pietre da tutta Italia ed Europa, fin sul Lario.
“Questa è la seconda edizione del nostro cantiere che punta a rivitalizzare i terrazzamenti di alcuni oliveti storici del paese – spiega Zaira, durante una pausa dai lavori, arrivati ormai nella fase conclusiva dopo dieci giorni – solitamente teniamo più sessioni di ricostruzione, spezzettandole in diversi periodi e distribuendo gli interventi lungo tutto l’anno”.
Quest’anno, il cantiere condiviso conta anche sul contributo di Patrick Hickey e Norman Haddow, tagliatori di pietre professionisti provenienti rispettivamente dall’Irlanda e dalla Scozia, che nei giorni scorsi hanno potuto insegnare la propria arte ai 20 volontari presenti.
Il materiale, spiega l’organizzatrice, certamente non manca: “Utilizziamo la pietra proveniente dalla crosta rocciosa sopra all’uliveto. E’ materiale già pronto, per forma e conformazione, per essere utilizzato nel cantiere”.
Tra i partecipanti, spiega Zaira, anche un gruppo di migranti che stanno prestando braccia e tempo per il completamento del progetto: “I ragazzi hanno preso parte all’iniziativa grazie alla cooperativa Miledù di Como, con la quale hanno già lavorato sui muri a secco di Garzola, con la speranza, un domani, di poter trovare un lavoro in questo settore”.
Il progetto lanciato da Zaira, ci viene spiegato, ha indubbiamente l’intenzione di riportare alla vita porzioni di territorio spesso dimenticate ma anche di offrire un’occasione di incontro e di scambio.
“Il punto è portare nuova vita e nuove risorse in quest’area del lago di Como per poter dare nuovo stimolo alla curiosità di locali e di persone che vengono dall’esterno – spiega la referente dell’iniziativa – ma vogliamo anche dare la possibilità di creare nuove amicizie e scambi personali tra volontari locali, italiani e stranieri”.
Un commento
Fighissimo. Bravi!
Scambio culturale, collaborazione, inclusione, benefici concreti. Cosa volere di più.
Cordialità