RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

L’influencer, le piadine e l’affondo di GastroLugano: “A Como prezzi come in Svizzera ma senza i nostri costi”

Le denunce sui prezzo esosi a suon di scontrini postati sui social ormai sono molte (l’ultima, relativa a Como, è quella di un ciclista milanese che in piazza Cavour ha pagato 16 euro due bottigliette d’acqua). Anche in Svizzera, e per la precisione in Canton Ticino, pochi giorni fa sui media è finita la segnalazione di una influencer italiana, al secolo Rosa Perrotta, modella da 1,7 milioni di follower su Instagram, volto tv apparso a Uomini e Donne e all’Isola dei Famosi. La pietra dello scandalo? I circa 150 franchi pagati a a Lugano per un pasto a base di piadine, toast e sandwich. L’influencer e lo scontrino postato li vedete qui sotto.

Ma al di là della questione specifica, la parte più interessante della vicenda risiede nell’approfondimento dedicato al tema dal Corriere del Ticino. In questo articolo a firma Marcello Pellizzari, infatti, c’è anche l’intervista a Michele Unternährer, presidente di GastroLugano, il ramo luganese di GastroTicino. Il quale dopo aver ribadito, sul caso specifico dello scontrino luganese, che per gli esercenti vige l’obbligo di esporre all’esterno i prezzi e che dunque “se uno non guarda, si siede e mangia, in un certo senso è anche colpa sua se il conto gli appare salato”, si concentra su un passaggio che riguarda anche Como e l’Italia in generale. Di fatto, una sottolineatura del fatto che certi prezzi alti a Como, se accostati a quelli ticinesi, non sono forse del tutto giustificati; o almeno non lo sono certo sulla base dei costi vari a carico degli esercenti, a partire dal personale.

Questa la frase di Michele Unternährer: “Il problema, se vogliamo, è che noi abbiamo dei costi fissi molto più alti rispetto a Como o Milano – spiega al Corriere del Ticino il presidente di GastroLugano – Ciò nonostante, uno rischia di spendere la stessa cifra in Italia per gli stessi piatti. Voglio vedere, però, se a Milano pagano il personale come in Ticino, dove il settore è regolato dal contratto collettivo e anche un semplice lavapiatti guadagna 3.600 franchi per tredici mensilità. Per carità, magari gli affitti nel capoluogo lombardo sono alti quanto quelli di Lugano. Però, ne sono certo, certi stipendi nella ristorazione in Italia semplicemente non esistono”.

Turismo su Lago di Como, i numeri (quasi mostruosi) di un boom senza freni: arrivi, case vacanza, occupati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

6 Commenti

  1. Sinceramente non so di cosa si lamentano , perché hanno solo la bella faccia lavorare in Svizzera da frontaliere è come essere uno schiavetto a loro disposizione ! Parlo perché ci lavoro!! Parlano tanto ma il companatico che trovi dentro i panini piadine ecc è tutto italiano comprano tutto da noi !!! E poi rivendono con un ricarico del 2000% acqua idem 6/7fr a bottiglia comprata in Italia a 20centesimi fanno ridere la Svizzera è solo una facciata si fottono tra svizzeri 😂😂😂😂

  2. A me sconvolge di più trovare i pomodori perini a 4.69€ al kg al supermercato, una confezione di yogurt per la colazione a 2.80€, la benzina a 1.90 e il gasolio a 1.80, i libri scolastici NUOVI da buttare e ricomprare ogni anno per una virgola diversa e così via… di quanto spende la tizia di uomini e donne che prende milioni di euro per far vedere il culo , va nei posti “in” per farsi paparazzare e spiare dai voyeur dementi che la seguono sui social nella speranza un giorno di emularla ,e si lamenta sinceramente mi fa venire solo da ridere… mo abbiamo pure le influencer proletarie che lottano per il caro vita… dopo il diritto all’eleganza, ecco il diritto all’aperitivo vista lago a prezzi proletari…

  3. Mi sto divertendo …. noi, voi e essi, con frizzi e lazzi di “scontrini”, ma la realtà dei prezzi “pazzi” è trasversale, anche a me capito’ di pagare un buon caffè italiano 5 sterline, le pagai volentieri essendo, dopo una settimana, in crisi di “astinenza” di buona caffeina all’Harry’s di Londra. Certo le fasce di prezzo sono cresciute a Como, ma anche nella Confederazione Elvetica, in un modo esponenziale, senza l’adeguato servizio. Ovviamente, polemica sterile, il paragone sul trattamento economico del personale, tra Italia e Svizzera.

  4. 3600 chf un lavapiatti??? E no…non è proprio così… ho lavorato in Ticino nella ristorazione, esattamente a Lugano…e gli stipendi non sono certo quelli menzionati nell’articolo… dovrebbe informarsi il sig. Michele Unternahrer…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo