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Ponte Chiasso, parcheggio in rampa di (ri)lancio. Arianna Sinigaglia: “Trasformiamo l’ingresso abbandonato dell’A9”

E’ un quartiere segnato da tante ferite Ponte Chiasso.

Basta citare l’ex Lechler/Albarelli, un’area immensa che sogna una nuova vita da molto tempo, ma che non è l’unica. Tra le altre ferite del quartiere c’è infatti la vecchia rampa di accesso all’autostrada A9, chiusa da anni da imponenti new jersey che però non fermano i vandali e la sporcizia.

Certamente non è un bello spettacolo per i residenti ma anche per i tanti frontalieri e turisti che in tempi normali la vedono accedendo in Italia dalla Svizzera. Cosa fare però di quell’area, di quella striscia di asfalto ormai senza uno scopo?

A suggerire un modo per riqualificarla efficiente e funzionale per Ponte Chiasso è l’architetto comasco Arianna Sinigaglia, residente a Sagnino ma che quasi quotidianamente passa dal quartiere di confine per andare a prendere il treno a Chiasso.

“Personalmente quando devo recarmi al lavoro preferisco farlo con i mezzi pubblici, in treno, ma devo lasciare l’auto a Ponte Chiasso per andare in stazione – racconta l’architetto – il problema è che negli ultimi tempi le aree di sosta libere nel quartiere scarseggiano. Negli anni scorsi infatti tanti stalli sono passati dalle strisce bianche a quelle blu e quindi per i pendolari sono inutilizzabili. Per questo sarebbe secondo me importante trasformare quell’area oggi senza uno scopo in un parcheggio libero per il quartiere”.

Una proposta, uno schizzo, da una cittadina che vive quotidianamente le difficoltà del quartiere all’amministrazione comunale.

“Quella è un’area al momento abbandonata a se stessa – prosegue Arianna – perché non utilizzarla in modo funzionale? Con un piccolo progetto la si potrebbe riqualificare per dare un servizio importante al quartiere. Soprattutto oggi riutilizzare e recuperare le aree degradate è fondamentale e aiuta a evitare di sprecare nuovo suolo. In quella lunga striscia si potrebbero recuperare un buon numero di parcheggi al servizio dei pendolari, di chi si reca nei negozi del quartiere ma anche per tutti quei residenti che magari non possiedono un posto auto”.

L’architetto comasco conclude: “Tralasciando i gradi progetti, ai cittadini basterebbe poco per sentirsi meglio nel proprio quartiere: un po’ di cura e manutenzione in più che purtroppo a oggi scarseggiano”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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