La manifestazione di questa mattina davanti allo stabilimento Henkel di Lomazzo non ha lasciato indifferente il mondo politico.
Oltre a sindacati e lavoratori (lo abbiamo raccontato qui), sono intervenuti anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Raffaele Erba e il parlamentare comasco della Lega Eugenio Zoffili.
“Questa azienda è un fiore all’occhiello per tutta la nazione, quindi la politica deve lavorare per non perderla e non far perdere posti di lavoro – così Eugenio Zoffili – faremo pervenire al Ministro Giorgetti (dello Sviluppo Economico, Ndr) una relazione su quanto emerso dall’incontro avvenuto lo scorso sabato con il sindaco di Lomazzo e i sindacati. Chiederemo un appuntamento con l’ambasciatore tedesco in Italia per riportare il problema. Tutta la politica deve essere unita per non far chiudere questa azienda”.
Presente insieme a Zoffili anche il consigliere comunale Samuele Arrighi, capogruppo della Lega.
“Cercheremo di portare la direzione generale tedesca al tavolo di Regione Lombardia – ha detto Raffaele Erba – chi ha la possibilità di decidere è in Germania, nella sede principale, e dobbiamo arrivare a loro. L’azienda è sana ed è assurdo che si stia promuovendo una chiusura, non possiamo permetterlo. Cercheremo di dare tutte le collaborazioni possibili e spunti affinché l’azienda sia incentivata a rimanere qui. Tutti i lavori fatti per aumentate la sostenibilità e altri aspetti sono solo facciata, se poi non rispecchiano le scelte per i lavoratori. In Regione quindi attendiamo di avere conferma della presenza della dirigenza tedesca”.
La deputata dem, Chiara Braga, ha incontrato i lavoratori e i rappresentanti sindacali nel pomeriggio a ComoNext. Ecco quanto ha raccontato a margine:
Una decisione incomprensibile, una scelta irresponsabile che si manifesta in un settore, quello chimico, e da parte di un’azienda che a differenza di molte altre non è stata segnata così duramente dalla pandemia. I risultati dell’ultimo anno dello stabilimento Henkel di Lomazzo sono lì a dimostrarlo; per questo la decisione dei vertici della multinazionale tedesca di chiudere, sconcerta ancora di più. Un atto grave per un’azienda che ha fatto di ‘Henkel per il sociale’ una delle sue parole d’ordine e che da oltre 87 anni opera sul territorio comasco. Conosco bene l’importanza e la storia che la multinazionale ha avuto in questo territorio perché è quello in cui ho vissuto e tuttora vivo.
Siamo in una fase molto delicata in cui dovremo a breve fare i conti con l’impatto economico e sociale che la pandemia causerà sul lavoro e sulle condizioni di vita di moltissimi lavoratori e imprese che già oggi subiscono, anche nel nostro territorio, gli effetti della crisi. Pensare che situazioni del genere possano riguardare anche aziende che non sono in crisi, suona come un segnale d’allarme che desta forte preoccupazione.
La discussione politica di oggi è giustamente centrata su come affronteremo il passaggio dello sblocco dei licenziamenti e della fine degli strumenti straordinari messi in campo per la gestione della crisi pandemica, ma occorre sin da subito attrezzarci per evitare che si compiano scelte incomprensibili e drammatiche, come quelle annunciate da Henkel.
Abbiamo a che fare con una multinazionale, un interlocutore, che opera in un settore solido, con la testa, il vertice fuori dall’Italia, artefice di decisioni che avranno un urto sul territorio, non solo locale, deflagrante. Occorre quindi dare un segnale chiaro, prendere un’iniziativa che richiami alla responsabilità l’azienda, fare di tutto affinché Henkel ritorni sulle sue decisioni. Già i giorni scorsi ho allertato della questione il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e l’interlocuzione è costante e condivisa con le forze sindacali sui prossimi passaggi. Confido che questo sarà l’impegno di tutta la politica e delle istituzioni a tutti i livelli, un lavoro che sono sicura vedrà la collaborazione anche degli altri rappresentanti del territorio che oggi sono forze di maggioranza e che guidano ministeri direttamente coinvolti dalla vicenda, come il Mise, in modo da agire con la massima determinazione per dare soluzione a questa crisi.
Riferendosi alla manifestazione indetta stamane a Lomazzo, Braga ha precisato che “È importante l’adesione partecipata alla mobilitazione di questa mattina che ha coinvolto non solo i dipendenti, non solo le istituzioni locali ma anche la popolazione di un territorio che si rende conto della gravità della situazione e che vede in quel che sta avvenendo a Lomazzo un pericoloso precedente che va subito contrastato con forza e determinazione”.
Il caso è approdato anche in Consiglio regionale, ecco quanto riporta Palazzo Lombardia:
“La decisione della multinazionale tedesca di voler chiudere la sede comasca di Lomazzo dettata semplicemente da mere ragioni di marketing aziendale, per giunta in piena pandemia, è inspiegabile e inaccettabile. Soprattutto non trova giustificazione la motivazione che la Henkel ha fornito di voler proteggere la stabilità e la competitività dell’azienda per la quale non sarebbe sostenibile in una prospettiva di lungo periodo la presenza di due stabilimenti in Italia. Come Consiglio Regionale e come Regione Lombardia ci attiveremo prontamente in ogni sede e con ogni mezzo per impedire alla Henkel di lasciare a casa 160 lavoratori, sensibilizzando il Ministero e tutte le istituzioni competenti per fare fronte unico contro questa decisione”.
Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, che, a margine dei lavori d’Aula, ha incontrato oggi una nutrita delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali dello stabilimento di Lomazzo. All’incontro erano presenti anche il Presidente della Commissione Attività produttive Gianmarco Senna, i Consiglieri regionali Gigliola Spelzini, Angelo Orsenigo, Raffaele Erba e Samuele Astuti e l’Assessore regionale alla famiglia Alessandra Locatelli: hanno partecipato i dirigenti dell’Assessorato regionale al Lavoro.
Il gruppo Henkel, che produce detergenti per bucato e stoviglie, ha annunciato la chiusura entro giugno 2021 dello stabilimento di Lomazzo (Como), con l’intenzione di trasferire tutta la produzione nel sito di Ferentino, in provincia di Frosinone.
Un’operazione che avrebbe un impatto notevole sul territorio sia per gli 81 dipendenti della multinazionale tedesca che lavorano nel sito di Lomazzo, sia per quelli (altri 80 circa) delle aziende locali che forniscono servizi allo stabilimento di Lomazzo, dalla mensa, ai trasporti, alla logistica e alle manutenzioni. Sono coinvolte circa 160 famiglie prevalentemente dei Comuni di Rovellasca, Lazzate, Turate, Rovello Porro, Cogliate e Saronno.
“La decisione – riferisce la nota diffusa dalla proprietà della Henkel- si è resa necessaria per proteggere la stabilità e la competitività dell’azienda in una prospettiva di lungo periodo. In Italia, la capacità produttiva complessiva è da tempo superiore a quella di cui l’azienda ha bisogno per servire il mercato della detergenza e, di conseguenza, Henkel deve adattare il proprio assetto per continuare a rispondere con efficacia ed efficienza all’evoluzione della domanda e dei clienti. Valutazioni oggettive su capacità e tipologie produttive, posizione e caratteristiche del sito motivano la scelta di Ferentino come unico polo produttivo in Italia. Le attività e i volumi attualmente gestiti dall’unità produttiva di Lomazzo (Como) verranno assorbiti da Ferentino e, in parte, da altri siti europei del Gruppo. Lo stabilimento di Lomazzo cesserà la sua attività entro fine giugno 2021”.
I sindacati hanno prontamente contestato l’analisi fornita dall’azienda, ricordando tra l’altro che i lavoratori dello stabilimento di Lomazzo hanno fatto straordinari fino ad ottobre con zero ore di cassa integrazione ordinaria. Nel mese di dicembre inoltre sono state “congelate” ferie e permessi dei lavoratori fino alla prima settimana di gennaio 2021 a fronte di un importante carico di lavoro.
La divisione Laundry & Home Care nel 2020 ha raggiunto un +7% rispetto all’anno 2019: si registra infatti un incremento di produzione che, per quanto riguarda il sito di Lomazzo, è quantificabile in 130.900 tonnellate con relativo conseguimento di un extra budget pari a un +8,3%.
Qui l’intervento del consigliere regionale dem, Angelo Orsenigo, dopo l’incontro in regione:
“La Henkel di Lomazzo non deve chiudere. E’ questo il messaggio dell’incontro con i dipendenti dello stabilimento e i sindacati oggi a Palazzo Pirelli”
“Ho sentito le storie di lavoratori traditi da una multinazionale che ha deciso di chiudere un polo produttivo senza una vera motivazione. Una decisione a cui dobbiamo opporci. ll prossimo passo urgente è convocare i dirigenti tedeschi di Henkel in Commissione Attività Produttive e lavorare ad un soluzione che va trovata a tutti i costi”.
“Voglio esprimere tutta la mia completa solidarietà per i 150 lavoratori comaschi che vedono il proprio posto a rischio e che, anche domani, saranno impegnati in uno sciopero serrato. Ora la politica deve fare la propria parte in maniera unita perché nessuno possa anche solo pensare di poter chiudere la Henkel di Lomazzo e stravolgere un’intera comunità come se niente fosse”.
GALLERY – SFOGLIA