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Quei ‘mostri acquatici’ che invadono i laghi della Lombardia: lunghi oltre 3 metri e pesanti 150 kg

Il pesce siluro (Silurus glanis), il predatore d’acqua dolce più grande d’Europa, rappresenta una seria minaccia per la biodiversità acquatica italiana. Originario del bacino del Danubio, questo gigante può superare i 150 kg di peso e i tre metri di lunghezza. La sua elevata adattabilità e l’assenza di competitori naturali nei nostri fiumi e laghi, come il Lambro, Alserio e Pusiano, lo rendono una specie alloctona invasiva estremamente problematica.

Colonizzazione e impatto del Siluro invasivo

Dai primi anni 2000, il siluro invasivo ha colonizzato stabilmente diversi ambienti del Parco Regionale della Valle del Lambro, in particolare il fiume Lambro e i laghi di Alserio e Pusiano. L’Ente Parco si è attivato precocemente per valutare lo stato della colonizzazione, stimare le pressioni sulla comunità ittica autoctona e attuare i necessari interventi di contenimento pesce siluro.

Le attività sono state coordinate scientificamente dagli ittiologi del Centro Studi Biologia Ambiente e del Centro Tecnico Naturalistico (Erba), realtà in prima linea nella ricerca su queste tematiche.

Studi, monitoraggi e urgenza di intervento

Già dal 2012, il Parco ha avviato un’intensa attività di studio e contenimento della specie siluro, sviluppando competenze tecniche e operative specifiche. I monitoraggi condotti dal CTN hanno evidenziato impatti in certi casi devastanti sulle comunità ittiche autoctone, paragonabili a quelli causati da inquinamento e alterazioni ambientali.

Dopo la valutazione dei pesantissimi effetti della presenza del pesce siluro sugli ecosistemi, sono state messe a punto e sperimentate diverse tecniche e strategie per il suo contenimento, seguendo linee guida di rigore scientifico e continuità progettuale.

Protocolli operativi per il contenimento Pesce Siluro in Lombardia

La gestione della problematica è stata condivisa e sviluppata in accordo con gli altri enti competenti, primo fra tutti Regione Lombardia. Sono stati elaborati e perfezionati due protocolli operativi (tra il 2018 e il 2022): uno specifico per i laghi briantei e uno per le acque correnti.

Il ritorno della biodiversità acquatica autoctona

Nel 2022, un’attività sperimentale sul lago di Alserio ha fornito dati preziosi per migliorare ulteriormente l’efficacia degli interventi in atto. Lo studio ha confermato che dove il siluro viene contenuto, specie autoctone come barbo, cavedano e tinca tornano a prosperare. Questo dimostra l’efficacia delle strategie di gestione implementate.

I dati sul contenimento nel Parco Valle del Lambro

I risultati dei monitoraggi e degli interventi di rimozione sono incoraggianti e parlano chiaro:

  • Fiume Lambro: solo tra i comuni di Merone e Inverigo, dal 2018 a oggi, sono stati rimossi 693 siluri. Gli interventi si sono concentrati maggiormente nella zona tra Lambrugo e Merone. I monitoraggi confermano la presenza del siluro anche più a sud, tra Triuggio e Monza.

  • Lago di Alserio: nel solo periodo ottobre 2024 – ottobre 2025, sono stati rimossi 64 esemplari di siluro per un totale di 768 kg. Questo include un maschio da record di 208 cm per 68 kg, catturato il 21 ottobre 2025. Durante il periodo riproduttivo (aprile–maggio 2025) sono stati rimossi ulteriori 29 esemplari per 520 kg di biomassa direttamente dai siti di deposizione delle uova.

  • Lago di Pusiano: Egirent Services ha internalizzato l’attività di controllo. Dal 2016 a oggi, dal lago sono stati rimossi 538 individui, per un peso complessivo di ben 6.8 tonnellate.

L’impegno continuo: la strategia del Parco

«Nel Parco Regionale della Valle del Lambro è attiva una strategia efficace per il mantenimento di una ittiocenosi (comunità ittica) adeguata e per la conservazione della biodiversità acquatica», afferma Alessandro Marieni, ittiologo ed esperto del Centro Tecnico Naturalistico.

Marco Ciceri, presidente del Parco, conclude: «L’Ente Parco conferma il proprio impegno nel contrasto al pesce siluro promuovendo interventi sostenibili nel tempo, in accordo e grazie al sostegno di Regione Lombardia. L’azione di contrasto e contenimento della sua popolazione è una strategia efficace e ormai integrata negli strumenti di gestione ordinaria dell’area protetta».

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