Alla fine è dovuta intervenire direttamente l’Asst Lariana per mettere un punto alla ridda di voci e fantasiose ricostruzioni circa una foto circolata ieri tra social e whatsapp ma (giustamente) non diffusa dalla pressoché totalità delle testate giornalistiche comasche.
L’immagine – di cui sono sostanzialmente ignoti la fonte, il momento dello scatto, lo scopo originario e che non risulta in alcun modo autorizzata dalla direzione dell’ospedale Sant’Anna, struttura al cui interno è rigorosamente vietato “rubare” fotografie per ragioni di sicurezza, tutela del malato e privacy – ritraeva una situazione per certi versi eccezionale ma del tutto “compensibile” nel momento clou dell’emergenza Coronavirus.
Si trattava della cosiddetta “camera calda” allestita nell’area adiacente il Pronto Soccorso, con brandine e alcuni malati immortalati con buona probabilità (per non dire certezza) a loro insaputa. Una situazione senza dubbio eccezionale, visto il momento di emergenza. Ma in realtà un’evenienza prevista sin dalla fondazione per quell’ala dell’ospedale proprio per fronteggiare episodi straordinari: nulla di improvvisato o di scandaloso, insomma.
Nulla che meritasse un’esibizione “di straforo”, secondo noi.
Nulla che tramite la pubblicazione di uno scatto forse “rubato” o comunque non esplicitamente autorizzato per la diffusione via media – per di più privo di un corollario di spiegazioni ufficiali – potesse aggiungere alcunchè alla descrizione dell’emergenza sanitaria in corso e alla sua gestione (questa sì eccezionale) del Sant’Anna e di tutte le altre strutture sanitarie e mediche di Como e d’Italia.
Ricevuta attorno alle 11.30 via Whatsapp, la redazione di ComoZero ha unanimemente deciso di non pubblicare la foto per le ragioni già sinteticamente esposte prima, a partire dalla tutela dei soggetti fragili e dalla fonte non verificabile dello scatto.
Ora a chiudere il cerchio ecco la nota ufficiale di Asst Lariana-Ospedale Sant’Anna che pubblichiamo integralmente.
#Coronavirus Un ospedale è costruito e organizzato per rispondere alle emergenze.
Di fronte all’aumento degli accessi in Pronto Soccorso di pazienti potenzialmente sospetti di positività al #Coronavirus e per evitare la promiscuità con altri pazienti, si è reso necessario, all’ospedale Sant’Anna, utilizzare la cosiddetta camera calda.
Un’area sì abitualmente destinata ad altri scopi ma predisposta per essere utilizzata in caso di emergenza.
Un luogo riscaldato, protetto, sicuro.
Medici, infermieri, direzione e tutto il personale sono impegnati a fronteggiare di ora in ora la situazione.
E all’emergenza – perchè di questo stiamo parlando, e di un’emergenza che non sta riguardando solo #Como e il nostro territorio – si deve rispondere subito.
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4 Commenti
Bravi, condivido la vostra scelta.
Complimenti ai giornalisti di ComoZero e di tutte le testate cittadine.
La notizia non deve mai superare il rispetto che si deve all’uomo, ai suoi affetti e al suo dolore.
Dietro ai volti dei malati ci sono famiglie in apprensione, parenti e amici all’oscuro e, soprattutto, una comunità che si sta abituando che l’emergenza si batte con il senso di responsabilità quotidiana nei confronti degli altri e non con la paura di ammalarsi.
Capisco e rispetto tutte le valutazioni deontologiche. Pero’ una foto ( magari con i volti oscurati) vale più di mille parole e forse può convincere molte persone che ancora non si sono rese conto della gravità della situazione. Quindi diventare informazione e servizio alla collettività.
Violando norme e deontologia si può tutto, per carità.