Ride Anna Veronelli, quando le chiediamo di raccontarci i retroscena del suo lockdown. Che farà la sempre impeccabile presidente del Consiglio comunale lontana dall’occhio dei selfie in ufficio e davanti agli immancabili cappuccini con le amiche? Sarà caduta anche lei nelle spire mortifere del pigiama h24 “tanto non devo uscire” o avrà mantenuto la sua inconfondibile allure?
“La fortuna, rispetto al primo lockdown in cui eravamo chiusi in casa, è che devo portare mio figlio a scuola e posso andare in ufficio quindi sono costretta a vestirmi – racconta sperando di cavarsela con diplomazia – e anche da casa, tra videochiamate e riunioni su Zoom, non è che si possa presentarsi in tuta”.
Tutto (quasi) normale, all’apparenza, ma non fatevi trarre in inganno. Perché neppure LA Veronelli è riuscita a rimanere del tutto immune al richiamo subdolo del “vabbè, ma tanto chi mi vede?” che ha trasformato molti di noi in imbarazzanti esseri mitologici metà giacca e cravatta e metà pigiama. “Ok, lo ammetto. Per presiedere il Consiglio comunale da casa – rivela – ovviamente indosso un vestito. Ma sotto sarò in ciabatte”.
E se questo non dovesse bastare a dichiarare ufficialmente avvenuta la metamorfosi della regina del tubino e tacco, ecco la rivelazione definitiva: “Sto leggendo un bellissimo libro che mi hanno regalato, ‘Le abitudini della felicità’ – dice – e sto facendo un bel lavoro di consapevolezza su me stessa”.
Ok, e poi? “Eh niente, poi ci sono cascata anche io e sono diventata una vera e propria addicted delle serie tv. Mi sono guardata Prison Break a nastro alle due di notte. Ma in inglese eh! Con i sottotitoli in italiano”, rivela ridendo e sperando di salvarsi in corner. “Ora devo proprio andare però, devo prepararmi per il Consiglio – conclude – spero di non incasinarmi con lo sfondo virtuale: se non riesco a mettere quello ufficiale vedranno tutti che sono seduta in cucina”.
È definitivo: Anna Veronelli è una di noi.
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