Nuovo capitolo nell’intricata vicenda legata alla moschea di Cantù e all’Associazione Culturale Assalam (tutti gli approfondimenti), e nuovo ricorso annunciato, questa volta al Tar. La volontà infatti è quella di avere un’indicazione, dall’amministrazione comunale, su dove poter celebrare il Ramadan (quest’anno partirà il 22 marzo e Como, per esempio, ha concesso il parco Negretti). Questa mattina in un’apposita riunione voluta dal legale dell’Associazione, l’avvocato Vincenzo Latorraca, è stata spiegata la situazione. “La prima richiesta al Comune per sapere dove poter celebrare il mese sacro è stata inviata il 2 febbraio ma non c’è stata alcuna risposta – dice il legale – poi solo oggi, dopo un sollecito via Pec, abbiamo avuto una “non” risposta. Ovvero un no, come accade dal 2019, da parte del Comune all’uso temporaneo, visti i vari ricorsi pendenti, degli spazi del centro culturale”. Così è pronto il ricorso al Tar.
Situazione che accomuna in parte anche un altro centro culturale, ovvero Assadaka di Erba “che ha già fatto ricorso al Tar. Va sottolineato come due amministrazioni di centrodestra siano costantemente contro la libertà di culto”, chiude l’avvocato.