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Rapinese contro le colazioni ai migranti e don Giusto: “Creano assembramenti, poi quei soggetti restano lì”

Un attacco frontale alle colazioni somministrate a stranieri e senza dimora a Como, esattamente come faceva in diverse zone della città don Roberto Malgesini, e poi nello specifico al parroco di Rebbio don Giusto della Valle, che da anni accoglie migranti nei locali della chiesa. A pronunciare parole di fuoco su questi due piani – peraltro poche ore prima dello sgombero avvenuto oggi alle 7 delle persone che dormivano all’ex supermercato di via Regina – è stato il sindaco Alessandro Rapinese nel corso della discussione in consiglio comunale sul regolamento per dotare alcuni agenti della Polizia locale di Como del taser, la pistola a impulsi elettrici.

La discussione è virata sulle colazioni ai senza dimora da un inciso della consigliera comunale del Pd Patrizia Lissi che sull’uso del taser ha citato don Giusto, il quale già disse che “il taser non è utile perché non agisce sulle case dell’insicurezza, bisogna agire sul perché”.
“Una città che non mette le case a disposizione di chi non ne ha, crea insicurezza – aggiunse il parroco di Rebbio nel giugno scorso – Taser e militari per le strade di Como, e non parlo di Polizia e Carabinieri, non servono. Bisogna risolvere le questioni con forze educative, con la forza di educatori di strada. Questo è ciò di cui la città ha bisogno”.

“Ho fatto un bel discorso con don Giusto – ha comunque affermato ieri sera Lissi in aula – e ci dicevamo che se tu fai tutto quello che puoi come Stato e come Comune per prevenire l’insicurezza delle città, allora il problema del taser c’è e non c’è. E dobbiamo dircelo in coscienza: stiamo facendo di tutto per prevenire l’insicurezza nella città? Perché solo parlare di taser non va bene”.

Poi ha preso la parola il sindaco Rapinese: “Molto interessante il parere di don Giusto circa le armi, ma secondo me con lui dovremmo parlare anche di chi dovrebbe permanere sul solo italiano e in quali condizioni, di chi siano le persone da accogliere, di quali siano i modelli di società e di mondo che si ha in testa, di chi sia uno straniero e a che titolo sia qui, oltre a molte altre cose. Perché se vado a vedere gli arresti a Como da metà aprile a oggi, e li sto tenendo uno per uno, una buona parte dei soggetti che stanno mettendo a rischio la qualità di vita di questa Italia è di chi non avrebbe nemmeno titolo a stare qui. Però politicamente qualcuno qui li vuole e qualcuno (riferito al Governo, ndr) non fa abbastanza perché quei poveri cristi delle forze dell’ordine non ne arrestino uno alla sera e se lo ritrovino in strada alla mattina. Nove su dieci dei problemi che ha questa città sono per irregolari”.

Subito dopo, ecco l’affondo sul tema specifico delle colazioni ai migranti e ai senza dimora, tradizione di solidarietà portata avanti per anni anche dal povero don Roberto Malgesini poi ucciso a San Rocco: “Il tema vero in termini di sicurezza, a maggior ragione se si cita don Giusto, sarebbe capire qual è l’approccio all’ospitalità e cosa si debba fare per ospitare – ha detto Rapinese – Mi chiedo cosa voglia dire somministrare colazioni in un punto ben preciso della città, creare assembramenti di soggetti evidentemente problematici e poi lasciarli lì e andarsene. E’ questa l’accoglienza meritoria? Perché poi quei problemi se li grattano quelli che vivono in quella zona”.

E ancora: “Fare colazione e dare un caffè va bene, ma dopo? Una volta che li ha concentrati lì, rimangono lì tutto il giorno. E anche questo è un atteggiamento di responsabilità rispetto a dove vengono somministrate le colazioni, a dove si concentra una determinata tipologia di soggetti che poi resta lì tutto il giorno. Questa è la sicurezza percepita. Fare un caffè veloce è una cosa, ma concentrare soggetti in una zona che poi se li gratta tutto il giorno, parliamone”.

Al primo cittadino ha poi replicato Lissi: “Ho dato spunti di discussioni e ne sono usciti slogan e frasi senza ragionamento. Non si dovrebbe nemmeno nominare don Giusto. Se non ci fosse lui, tutti i ragazzi che sono stati accompagnati dalla Polizia in parrocchia a Rebbio dove sarebbero andati? Fare un miscuglio tra le colazioni e un prete che sappiamo tutto quello che ha fatto, mi dà veramente fastidio. Sindaco, quando lei andrà a dormire in via Anzani come aveva promesso in campagna elettorale, allora sì che ci sarà sicurezza…”. Anche il consigliere Nessi per Svolta Civica ha commentato la questione: “Rapinese ha gettato la maschera e ora, con il silenzio di tutti i suoi consiglieri, mortifica la memoria di don Roberto attaccando don Giusto che prosegue l’opera caritatevole per cui il sacerdote ha dato la vita. Il cinismo è totale: da una parte il sindaco ha promosso l’Abbondino d’Oro per don Malgesini e dall’altro attacca don Giusto per ciò che fa, che è esattamente quello che faceva don Roberto”.

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6 Commenti

  1. Si vergogni di tutto quello che ha scritto sindaco poi magari lei è uno di quelli
    che vanno in chiesa

    E.V.

    non ho nessuna voglia di parlare con lei

  2. Speriamo si ripristini la sicurezza in quel punto… prima e dopo le loro “colazioni” ci sono sempre soggetti in stato alterato che creano sempre problemi.

  3. Don Giusto è un prete e fa il suo mestiere, segue il Vangelo; è Rapinese che forse doveva continuare a fare l’immobiliarista…

  4. Sono parole, parole…
    Chi è entrato irregolarmente o non può stare sul suolo italiano va espulso

  5. Leggendo di “assembramenti di soggetti evidentemente problematici” ho cominciato a credere che si stesse parlando della calca prodotta dall’overturism…

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