Un unico piccolo elemento potrebbe ben rappresentare lo sconforto dei residenti di Camerlata davanti all’incuria imperante nel quartiere. E si tratta del gabbiotto posto a lato della piazza che doveva servire come riparo e “base” per i vigili ma che, anno dopo anno, ha ospitato di tutto tranne che le persone. E oggi, usato come bidone della spazzatura, da molti viene segnalato come esempio di degrado. Parte proprio da questo elemento il viaggio settimanale nei quartieri che fa tappa a Camerlata.
Amareggiati e ormai disillusi i cittadini. Chi il rione lo ha vissuto intensamente, e per lunghi anni è stata il cuore pulsante della circoscrizione e dell’associazione di ballo, è Angela Marceca.
“La gente che abita in un quartiere periferico soffre le diverse disfunzioni ambientali tipiche della periferia, legate a cose banali, quali marciapiedi dissestati, buche stradali, colonne di vapore che periodicamente fuoriescono dai tombini, immondizia la cui raccolta ormai si è stabilizzata sotto forma di sacchi esposti fuori orario, senza controlli o multe deterrenti – spiega – Oggi nella maggioranza dei casi non si avverte più il senso di appartenenza a una precisa parte politica. I cittadini sono sempre più convinti che sia inutile andare al voto”.
Un quadro dunque molto negativo. “Si è atteso per lunghi anni il quartiere nuovo con epicentro attorno al supermercato: ora abbiamo piazza Fisac e un bellissimo ponte collega la nuova piazza alla parte ovest dei Badoni ma svoltando l’angolo, sacchi di immondizie, sporco, marciapiedi incredibilmente dissestati, buche numerose”. E poi appunto “lei”, piazza Camerlata, con la bellissima fontana di Radice e Cattaneo, “buia, con selciato divelto e con un gabbiotto nato per ospitare i vigili che mai si sono visti. La cosa è stata segnalata più volte, anche per iscritto”.
Sconforto dunque anche in questa parte della città per quella politica che il più delle volte si presenta solo prima delle elezioni. Anche perché in passato era tutto diverso. “Camerlata è stata per anni il miglior quartiere della periferia, invidiato anche da chi viveva in città. C’erano negozi, scuole, l’ospedale, solo per citare alcuni esempi – spiega Maurizio Marelli – C’erano negozi a ogni angolo, bar, quattro fornai e varie fabbriche. Ora tutto è cambiato o ormai ci si è trasformati in una triste banlieue vuota”.
E delusa è anche Mariateresa Notari che sottolinea innanzitutto anche lei il gabbiotto abbandonato in piazza. “E’ triste vedere questi esempi di inciviltà – racconta – E poi cosa posso dire, sembra proprio che ci si dimentichi di alcune parti della città come la nostra. Io esco ormai poco ma quello che vedo è brutto. Dai marciapiedi dissestati che per gli anziani sono un pericolo alla sporcizia. Per non parlare dei posti auto. Ci sono punti, come in via Scalabrini dove abito, in cui diventa impossibile trovare spazi liberi. C’è infatti chi lascia l’auto al mattino presto e non la sposta più fino a sera. Insomma bisogna intervenire organizzando meglio la sosta e curando maggiormente il decoro e la sicurezza del quartiere”.
Un’ultima voce, purtroppo anche questa negativa è quella di Simonetta Merazzo. “Quello che più sconforta è vedere come i quartieri meno centrali siano sovente lasciati da parte – dice – salvo poi tornare al centro dell’agenda dei politici in determinate circostanze. Camerlata era ed è sempre un bel quartiere che però necessita di cure e attenzioni continue”.
PER BIMBI E FAMIGLIE SPLENDE IL SOLE DI ASYLUM
Il quartiere di Camerlata, sebbene presenti molti problemi, è anche un luogo della città ricco di associazioni. Tra quelle che da tempo operano nel rione c’è anche Asylum, centro educativo di formazione e aggregazione speciale, nato nel 2015 sulle ceneri dell’asilo infantile un tempo esistente. Un luogo dove le attività presenti e quelle sempre in preparazione sono molteplici. “Siamo ovviamente stati limitati, come tutti, dall’emergenza sanitaria, ma operiamo sempre per cercare di mantenere unita la comunità e offrire sostegno alle persone, operando in diversi campi – ci racconta uno dei consiglieri di Asylum, Bruno Venturini - Aiutiamo le famiglie di bimbi affetti da autismo e cerchiamo di intervenire anche con piccole azioni come, ad esempio, garantire ai papà e alle mamme delle ore libere, curando noi i bimbi, inoltre organizziamo diversi corsi e centri estivi. La comunità è andata ridimensionandosi dopo la chiusura dell’ospedale Sant’Anna, dunque la nostra missione è favorire l’educazione e la socializzazione di minori, con particolare riferimento ai soggetti diversamente abili o in condizioni sociali svantaggiate e alle loro famiglie, oltre a migliorare le condizioni di salute di minori, adulti e anziani, agendo in ambito preventivo, curativo e riabilitativo”. Insomma un luogo dove chi ha bisogno sa di poter trovare una mano tesa e del conforto.