“Non capita mai due volte l’occasione di dare la prima impressione”. Comincia così il paragrafo del programma elettorale del sindaco Mario Landriscina, dedicato a Ponte Chiasso, unico tra i quartieri della città ad essere esplicitamente citato nel documento.
“Con riferimento ai quartieri di ingresso in città, in particolare quello di Ponte Chiasso – si legge infatti nel testo – appaiono urgenti interventi di riqualificazione, così da offrire a chi vi risiede ma anche a coloro che fanno il loro ingresso in Italia, un luogo accogliente, curato, ospitale”.
E cinque anni dopo, a pochi mesi dalla fine del mandato, siamo andati a parlare con chi vive e lavora a due passi dalla dogana per capire se il quartiere è diventato davvero il biglietto da visita della città.
“Cosa è cambiato in questi cinque anni? Assolutamente niente – è la risposta senza possibilità di replica di Domenico Fasana, titolare dell’omonima gioielleria – prima delle elezioni venivano tutti a chiedere quali fossero i problemi e a fare promesse, poi non si è visto più nessuno, giusto i vigili a fare le multe. Ci vorrebbero più pulizia e manutenzione, ma ormai sono rassegnato. Mi dispiace solo per le generazioni future perché questo una volta era un bel quartiere mentre ora i negozi chiudono, è terra di nessuno, si salvano solo i giardinetti che sono stati sistemati”.
“Siamo allo sbando, mancano i parcheggi per i clienti perché la maggior parte di quelli in zona sono occupati dai frontalieri o da chi ha attività – gli fa eco Lorenzo Gagiardo, titolare della Macelleria Bianchi – il quartiere è sporco e mal curato, basta vedere in che condizioni è la rotonda all’uscita della dogana”. E, in effetti, se dobbiamo dare a quell’aiuola il compito di dare la prima impressione a chi entra in città (e in Italia), non c’è di che rallegrarsi tra cordoli sbrecciati, cespugli secchi, erbacce e paletti divelti.
“Se escludiamo le pulizie straordinarie fatte a Natale, non ricordo l’ultima volta che è stata fatta una vera manutenzione – sono le parole di Denis, dietro il bancone del suo bar Primavera – ridotto così sembra quasi un posto di malviventi e infatti le attività chiudono. Sembra che esista solo il centro storico e invece anche quartieri come questo avrebbero bisogno di un tocco di vita”.
“Qualche anno fa è stato rifatto l’asfalto, ma mancano la pulizia, la manutenzione, i controlli la sera e soprattutto i posti auto per i clienti – sono le parole di Tommaso Giudici, titolare del negozio di calzature Step Shoes – speriamo che apra presto Esselunga”. Ecco la parola magica che mette d’accordo tutti: Esselunga, il supermercato (e parcheggi annessi) atteso da anni nell’area ex Lechler, deus ex machina capace, si spera, di salvare le sorti di un intero quartiere.
“Porterà sicuramente nuovi posti auto per chi vorrà fare acquisti anche nei nostri negozi”, è il pensiero di Giudici. “Se apriranno solo il supermercato e non la galleria con i negozi, il quartiere potrà solo migliorare” dice Denis.
“L’importante è che il Comune sfrutti gli oneri di urbanizzazione in maniera intelligente”, conclude Fasana.
E per capire se – forse – un supermercato salverà il mondo basta allontanarsi di qualche centinaio di metri fino a Monte Olimpino dove, da qualche anno, ha aperto Iperal. “Ha rivitalizzato un quartiere e tolto degrado – racconta Carlo Raso, gestore del bar Aprica – ma non possiamo nascondere che le attività storiche ne hanno risentito, a cominciare dall’alimentari che ha chiuso”.
In compenso, però, qui il Comune sembra presente: “Quando abbiamo segnalato i lampioni malfunzionanti sono intervenuti subito a cambiarli – racconta – resta la pecca di qualche marciapiedi e poi, se proprio dovessi dare un consiglio alla prossima amministrazione, direi di iniziare a pensare a idee ecosostenibili e green anche per i quartieri periferici, cominciando dalla mobilità”.
L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO
Parola all’assessore
Era la fine del 2018 quando arrivò la prima notizia della possibile apertura di un nuovo punto vendita Esselunga a Ponte Chiasso.
Il supermercato era stato subito ipotizzato nella grande area abbandonata che una volta era occupata dalla famosa fabbrica di smalti e vernici Lechler e dall’autoparco – Albarelli.
Parliamo di ottantamila metri quadri di spazio, a pochi metri dalla dogana con la Svizzera (il doppio della Ticosa, tanto per intenderci) e a cavallo della ferrovia, su cui, stando ai progetti preliminari, sarebbe dovuto nascere un supermercato con 1400 posteggi per automobili, di cui buona parte pubblici, una piazza, un centro di interscambio per gli autobus e un percorso ciclopedonale per collegare il quartiere con la stazione di Chiasso e la Spina Verde.
E immediatamente ecco sorgere i primi dubbi tra residenti e commercianti, preoccupati della scomparsa dei posti auto lungo via Bellinzona e della potenziale concorrenza “sleale” del supermercato ai pochi negozi superstiti, e anche storici, del quartiere.
Poi il silenzio, complici probabilmente anche le difficoltà legate al diffondersi della pandemia, fino ad oggi, quando, di fronte a un quartiere sempre più in affanno, l’idea di questo progetto è passata da spauracchio a ultima speranza a cui aggrapparsi, almeno a quanto abbiamo potuto cogliere da un, seppur sommario ma significativo, giro nel quartiere.
Ma che fine ha fatto il progetto? Arriverà davvero Esselunga a salvare Ponte Chiasso? E quando?
“Alla fine dell’anno scorso, il Consiglio Comunale ha inserito la zona ex Lechler ed ex Albarelli nell’elenco degli immobili dismessi (con un conseguente aumento dell’indice di edificabilità secondo la legge regionale 18 del 2019, Ndr) – spiega l’Assessore al Commercio Marco Butti – i responsabili del progetto hanno recepito le nostre richieste relative alle ricadute sul quartiere di questo intervento in termini di viabilità, parcheggi e verde e a breve dovrebbe concludersi questa prima fase progettuale con la presentazione dell’idea definitiva”.
Impossibile parlare di tempi di inizio cantiere, anche se sicuramente a dare il via ai lavori non sarà questa amministrazione.
Di una cosa però l’Assessore è più che sicuro: “Ci tengo a ribadire ancora una volta che l’apertura di un punto vendita importante come Esselunga è un’occasione unica per rilanciare il quartiere di Ponte Chiasso dal punto di vista urbanistico, viabilistico e commerciale e sono felice che anche chi vive e lavora qui cominci a capire l’utilità di questo progetto”.
“Il punto vendita sarà un ipermercato senza galleria di negozi, quindi non ci sarà una concorrenza diretta con le attività del quartiere – prosegue Butti – che, anzi, potranno giovare delle centinaia di parcheggi a uso pubblico che potranno essere utilizzati da chi, fatta la spesa, vorrà andare al bar, dal parrucchiere o a fare altri acquisti”.
Un commento
Per far credere che cambierà tutto… Asfalteranno un 500 mt di strada e forse metteranno a posto un paio di aiuole. Solita sceneggiata pre elettorale…