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Campeggio di via Cecilio: ospiti, gestori e volontari riuniti. Critiche traversali al Comune di Como

Riunione di gruppo, ieri sera, al Campeggio No Stress di via Cecilio, teoricamente chiuso da un’ordinanza del Comune ma ancora aperto per mancanza di alternative di molti ospiti (tra i quali alcuni con lavoro e autonomia, ma altri fragili o con disabilità). All’incontro, a cui hanno partecipato molti ospiti, erano presenti anche i gestori e alcune associazioni di volontariato disposte a portare aiuto su vari fronti a chi è maggiormente in difficoltà (dal cibo ai ticket per le docce calde a Como e altro ancora). Una importante mano tesa dal Terzo settore insomma, a cui ha fatto seguito un atteggiamento collaborativo con gli “inquilini” anche da parte della gestione del campeggio, che pure ha precisato un aspetto molto importante: impossibile sostenere ancora a lungo i costi di mantenimento della struttura (bollette, interventi di messa a norma e riqualificazione, sostituzione caldaie e altri impianti ecc…) nell’incertezza sul futuro.

Durante il confronto è emersa la questione economica, visto che venerdì scorso il sindaco ha letteralmente invitato chi è ancora dentro a non pagare più gli affitti delle casette. La gestione però – che pure continua a garantire un tetto a chi è dentro, a dispetto dell’ordinanza comunale – ha espressamente chiesto di sapere in che forma il Comune intenderà compensare gli eventuali mancati introiti mantenendo il camping aperto per non buttare sulla strada le persone.

Tutto questo senza contare la surreale situazione venutasi a creare dopo l’ordinanza emessa sempre dal Comune di Como, ossia la chiusura del campeggio datata 27 gennaio, rimasta però lettera morta per l’assenza di reali alternative abitative messe in campo per gli ospiti (in gran numero ancora presenti, al netto di qualche partenza nei giorni scorsi). E infatti, praticamente all’unisono è stata l’amministrazione comunale a finire al centro delle critiche trasversali. In più occasioni è stata denunciata sia da alcuni ospiti sia dalla gestione la sensazione di un disinteresse di Palazzo Cernezzi verso l’evoluzione dei fatti nel campeggio dopo l’ordinanza di chiusura e l’ultimatum agli ospiti a lasciare il campeggio.

Il tema, dunque, è sempre quello delle eventuali soluzioni alternative almeno per le persone in maggiore difficoltà dovrebbe andarsene. Un discorso peraltro complicato ulteriormente dal fatto che, oltre che nel capoluogo, molti ospiti hanno anche residenze fuori Como. Attesa, infine, per la promessa visita del primo cittadino al campeggio.

Insomma, la sensazione è che la vicenda del campeggio di via Cecilio si stia più avvitando su se stessa che avvicinando a una soluzione, tra ultimatum, problemi irrisolti, persone in difficoltà e incertezza sul futuro.

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3 Commenti

  1. I volontari possono per qualche giorno ospitare tutti sti fragili a casa loro. Mi sembra il minimo per questi eroi dal cuore infinito. In alternativa i volontari possono pagare l’affitto per questa emergenza con i loro soldi o risparmi CERTI che in futuro quando la situazione si sarà risolta nel migliore dei modi riceveranno dai loro amici tangibili segni di riconoscenza anche solo sotto forma di aiuto domestico o quant’altro.

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