Quasi nelle stesse ore in cui il consiglio regionale lombardo tornava a parlare del secondo lotto della Tagenziale di Como, opera originariamente collegata direttamente alla Pedemontana, il presidente della società ha lasciato il suo ruolo.
Roberto Castelli, storico volto della Lega, ha rassegnato all’improvviso le dimissioni con effetto immediato dalla carica di Presidente e Consigliere di Amministrazione di Autostrada Pedemontana Lombarda, per sopravvenuti e inderogabili impegni personali.
“Esprimo un sentito ringraziamento per la collaborazione ricevuta in questi anni di difficile ma fruttuoso impegno e porgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro”, le uniche parole di Castelli dopo l’addio.
Castelli era presidente nel luglio del 2019 e solo lo scorso marzo era stato confermato. Proprio di recente, infine, era stata data notizia di una ripresa dei lavori a partire dal ottobre 2022 per il completamento della seconda tratta.
Un commento
Non è sorprendente che l’Ing.Castelli si sia dimesso. È evidente che ormai la Pedemontana è un progetto abortito. Un’autostrada che era nata per collegare Malpensa a Orio al Serio unendo per via autostradale Varese-Como-Bergamo e che aveva tra i tanti scopi la riduzione del flusso di autoveicoli sulla Tangenziale Nord e sulla Statale Briantea, ha finito per diventare la Malpensa-Lentate sul Seveso. A distanza di cinque anni dall’apertura del primo tronco, quello successivo è diventato una meteora. L’ennesimo sogno a occhi aperti che si è tradotto in una cattedrale nel deserto assai simile alle autostrade del sud tanto criticate dalla Lega. Costose opere che sono servite solo a quelli che le hanno costruite.