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Salario minimo: l’Italia discute, in Ticino è realtà. Parte da 19 franchi all’ora e salirà

Salario minimo, l’Europa si muove, seppur a rilento. Da un lato l’Unione europea, nella notte passata, ha presentato una direttiva con le linee guida per i paesi membri, dall’altro l’Italia da giorni è spaccata con posizioni contrapposte. Va detto che ad oggi l’individuazione di una somma limite non è legge solo in sei paesi:  Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia e Italia. Nel resto d’Europa, stando agli ultimi dati Eurostat, il salario minimo è compreso tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2257 euro del Lussemburgo.

In Ticino invece tutto ciò è realtà dal 2021, anche se non in tutti i cantoni della Svizzera. E oltre a essere in vigore – pur con alcuni problemi che si sono manifestati nei mesi passati per la definizione dei minimi salariali in certi settori – è decisamente alto, almeno per gli standard italiani. Ecco allora che la legge – salvo specifiche disposizioni e casi particolari – parla di un salario minimo orario lordo che deve essere compreso in un intervallo tra una soglia inferiore di 19 franchi e una soglia superiore di 19.50 franchi.

Entro il 31 dicembre 2023 il salario minimo orario lordo dovrà passare tra una soglia inferiore di 19.50 franchi e una soglia superiore di 20.00 franchi. Infine entro il 31 dicembre 2024 si oscillerà tra  19.75 franchi e 20.25 franchi. Il Consiglio di Stato inoltre,  entro il 30 giugno 2024, valuterà l’impatto dell’introduzione del salario minimo sul mercato del lavoro ticinese. La valutazione terrà  conto di elementi quali gli effetti sui salari in Ticino, gli effetti sulla sostituzione della manodopera residente da parte di manodopera frontaliera, gli effetti sull’economia ticinese, sulle prestazioni di sicurezza sociale erogate a favore di lavoratori o lavoratrici e sull’occupazione, in particolare giovanile. Insomma oltreconfine la materia è già abbondantemente normata e guarda a un futuro lontano.

Nei rami in cui non esiste un contratto collettivo di lavoro (CCL) di riferimento, in caso di offerte ripetute e abusive di salari inferiori a quelli usuali per il luogo, la professione o il ramo, possono essere emanati dei cosiddetti contratti normali di lavoro che stabiliscono salari minimi vincolanti validi per l’intero ramo e modificabili solamente a vantaggio del lavoratore. Le disposizioni sui salari minimi in alcuni cantoni sono considerate da molti elvetici come un regalo ai frontalieri italiani e francesi che spesso, fino all’arrivo del salario minino appunto, prendevano cifre minori delle attuali. Nei mesi passati era anche nato un sindacato chiamato TiSin che si opponeva al salario minimo, sindacato che di recente si è trasformato nel Sindacato libero della Svizzera Italiana.

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