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Salita di San Donato, la rabbia di Pietro: “Degrado batte poesia. Questa era la Riviera, ora è pattumiera. Alziamo le mani, il Comune non c’è”

“Degrado batte poesia”. Dopo che un vandalo, la scorsa notte, ha divelto uno dei cartelli poetici posizionati sulla salita San Donato/Sentiero Alda Merini, l’associazione Sentiero dei Sogni alza bandiera bianca.

Raccogliamo volentieri l’appello di Pietro Berra, collega del quotidiano La Provincia, presidente e anima dell’associazione, che dopo aver pubblicato un lungo post ci ha chiamati per raccontarci cosa sta succedendo, o meglio, cosa non sta succedendo in quel tratto dimenticato di città a un passo dal tornare a essere vivo e invece dimenticato da quasi 20 anni.

“Nella notte tra venerdì e sabato qualcuno ha strappato il cartello dedicato a Gianni Rodari posato una settimana fa, il primo dei dodici cartelli poetici che, come associazione, ci eravamo impegnati a posare sul sentiero Alda Merini – racconta Berra – certo, potremmo rimediare collocandone uno nuovo ma no, abbiamo deciso di fermarci. Abbiamo perso il senso di aggiungere bellezza e poesia a una zona che il Comune ha deciso di dimenticare”.

IL CARTELLO DEDICATO A RODARI, PRIMA E DOPO
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In effetti tutto il sentiero, a partire dalla Salita Peltrera (2 km di competenza del Comune di Como e e poche centinaia di metri finali sotto il Comune di Brunate) è un susseguirsi di degrado a cui nessun gesto di amore e bellezza sembra riuscire a porre freno. E le segnalazioni al Comune sono innumerevoli.

“Questa una volta era chiamata La Riviera, oggi invece è solo La Pattumiera – dice – la percezione collettiva si ferma a dove c’è l’asfalto e questa zona è scomparsa dai calendari di manutenzione comunali da almeno 20 anni. Solo l’assessore Galli, di recente, ha provveduto a programmare nuovamente lo sfalcio dell’erba ma, per il resto, il silenzio. La via è totalmente al buio nell’attesa, da 5 anni della sistemazione di un palo della luce, 1500 euro di preventivo. E poi ci sono muretti crollati, bombole del gas e eternit abbandonati, cavi della luce a terra, massi pericolanti sul sentiero. Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per intervenire? Qui non è nemmeno arrivata la rete fognaria e le case scaricano a pochi metri dal torrente Valduce e dal lago. E poi degrado chiama degrado: anche in pieno giorno qui ci sono tossici che si bucano e che sono arrivati a minacciare una mamma a passeggio con il suo bambino”.

LE IMMAGINI DEL DEGRADO
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Una situazione insostenibile a cui il Comune sembra rispondere solo con il silenzio: “Non hanno nemmeno posizionato la targa di intitolazione della parte alta della via a Alda Merini approvata dalla giunta a fine novembre e, nonostante la disponibilità del Comune di Brunate a stipulare una convenzione per una manutenzione costante del sentiero, non si è ancora mosso niente. E allora noi ci fermiamo”. Una resa che, però, è solo l’estremo tentativo di dire: “Intervenite!”

“Posso capire che una mulattiera porti meno voti rispetto alle piazze del centro ma la nostra non è una sterile polemica, solo un tentativo di sollecitare ancora una volta l’Amministrazione perché intervenga – conclude Berra – soprattutto ora che si parla tanto di turismo green e di riscoperta delle bellezze vicino a noi è inammissibile che una zona della città venga trascurata fino a questo punto”.

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Un commento

  1. Como è ricchissima di sentieri e mulattiere quasi tutte in stato di abbandono e potenzialmente cariche di bellezza e suggestione. A Pietro Berra va il merito di cercare di farle rivivere e valorizzarle Giiusto chiedere al comune di farsene carico però a Pietro dico di non arrendersi non demoralizzarsi. La bellezza vincerà…

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