Come ampiamente annunciato, una cinquantina di genitori con i figli iscritti alla scuola primaria di via Perti hanno pacificamente invaso il consiglio comunale di Como. La mobilitazione è nata dall’incertezza che grava sul futuro dell’immobile, secondo l’amministrazione comunale molto “malmesso” e dunque passibile (per ora in ipotesi) anche di una chiusura definitiva. Alternative: una serie di lavori che però, a oggi, non sono ancora né calendarizzati né espressamente finanziati.
Tra i consiglieri che hanno “accolto” mamme e papà, Alessandro Rapinese che ha anche annunciato una mozione dove si chiederà alla giunta di confermare “il ruolo strategico della scuola di via Perti e la destinazione a soli fini scolastici dell’immobile”.
Nel pomeriggio, inoltre, era stato il capogruppo di Forza Italia, Enrico Cenetiempo, a smarcarsi dalla giunta e ribadire a nome del partito che “la scuola di via Perti non si tocca per nessuna ragione, deve restare una scuola aperta come adesso”. In aula è stato un altro esponente forzista, Davide Gervasoni, a invitare la giunta a dare informazioni su “come stanno esattamente le cose sul futuro della scuola”.
Sullo stesso tema, interveniti anche del capogruppo Pd Stefano Fanetti che ha criticato “la comunicazione pasticciata sul tema”, e Patrizia Maesani (Gruppo Misto) che ha invitato la giunta a “dare subito certezze ai genitori e a lasciare in centro storico i servizi, visto che la scuola di via Perti ha un’importanza strategica”.
Un’altra esponente del Pd, Patrizia Lissi, ha chiesto un’interruzione dei lavori del consiglio per ascoltare i genitori, attaccando poi sul fatto che “su un caso così importante non si sa nulla, non si è fatta nemmeno una riunione di commissione sulla riorganizzazione delle scuole”. Identica posizione è stata espressa da Ada Mantovani (Gruppo Misto).
Tra le altre voci a sostegno della non-chiusura di via Perti, da segnalare anche quella di Alessandra Bonduri, consigliera della Lega, e Gabriele Guarisco che si è detto “colpito dall’incertezza sul destino della scuola”.
Il rapinesiano Paolo Martinelli ha ricordato come “il primo consigliere ad occuparsi del caso di via Perti sia stato Fulvio Anzaldo”. Lo stesso Anzaldo è intervenuto: “Siamo a fine anno, bisogna sapere cosa ne sarà della scuola di via Perti, ma in generale degli edifici scolastici comunali. Perché oggi l’amministrazione non ha ancora fornito le indicazione a dirigenti, genitori e insegnanti? E’ intollerabile che al 28 di maggio un’amministrazione che per sua natura deve essere efficiente abbia sottovalutato un tema così fondamentale come la scuola”.
Duro anche l’intervento di Bruno Magatti (Civitas) che ha sottolineato come “tutti parlino di difendere la famiglia e sostenerla e poi ci troviamo a dover fare i conti sull’incertezza per la chiusura di una scuola, senza informazioni certe e dovendoci basare su informazioni ufficiose, tramite stampa o indiscrezioni”.
Durante l’assembramento dei genitori davanti alla scuola di via Perti, a fianco del Comune, ComoZero ha raccolto le preoccupazioni dei genitori. Michela Morenu, madre di un alunno, si dice “tradita” da un’amministrazione che a soli venti giorni dalla fine dell’anno scolastico non è in grado di garantire la continuità della didattica per i bambini che non hanno ancora concluso il proprio ciclo di studi elementari.
Un’altra madre, Andrea Brown, intervistata nel cortile antico di Palazzo Cernezzi mentre la folla di genitori prendeva l’aula del Consiglio Comunale, definisce la decisione dell’amministrazione “avventata e che comporta tante ripercussioni per tutta la città”.