Il dibattito sul scuola, e soprattutto sulla “scuola diversa” nata dall’emergenza Coronavirus, dunque ri-costruita all’improvviso su una didattica a distanza, online, via Zoom, Skype o simili, continua a far discutere e a trovare opinioni e riscontri diversi. Giusto ieri abbiamo pubblicato una lunga lettera di una mamma di due figli che bocciava senza appello i nuovi sistemi.
“Mio figlio nauseato, le ansie di mia figlia, io come mamma non esisto più. Scuola online, un disastro”
Di ben altro tenore – ma anche perché legata a un’esperienza specifica, alla scuola primaria “Corridoni” di via Sinigaglia – il giudizio espresso ieri sera in consiglio comunale da Sabrina Del Prete della lista Insieme per Landriscina e mamma con figlio di 9 anni.
Una sottolineatura però inevitabile: “Non sono felice della scuola fatta cosi, non sarà mai come lavorare insieme in classe. Ma per l’esperienza nostra, possiamo dirci fortunati e comprendo che anche per le insegnanti non è stato affatto facile affrontare questo periodo. E questo senza nulla togliere a chi invece ha vissuto esperienze negative, più difficili. Ho letto la lettera della mamma che avete pubblicato ieri: la comprendo, la capisco e ha la mia solidarietà. Io esprimo soltanto una valutazione specifica su quanto accaduto nella nostra scuola”.
Di seguito, dunque, l’intervento in consiglio comunale di Sabrina Del Prete.
Si parla molto in questo periodo di didattica a distanza e delle problematiche ad essa legate.
Molte famiglie non possiedono i dispositivi appropriati o semplicemente non hanno una linea internet adeguata.
Ci sono poi le famiglie con bambini con difficoltà di apprendimento e famiglie di madrelingua non italiana che oggettivamente incontrano le maggiori impasse.
Per questi motivi mi sento di ringraziare il comune per aver messo a disposizione le educatrici comunali del pre e dopo scuola al fine di seguire nello svolgimento dei compiti, diversi studenti delle elementari, offrendo un servizio essenziale e senza costi per le famiglie.
La didattica a distanza è un impegno enorme per le famiglie.
Io lo sto vivendo in prima persona avendo un figlio di nove anni che frequenta la terza elementare, e per fortuna ne ho uno solo! Conosco famiglie che hanno più figli, in scuole diverse e con diverse necessità. Vi assicuro che non è semplice incastrare il lavoro con l’impegno di seguire il proprio figlio nell’apprendimento scolastico.
Purtroppo si è trattata di una emergenza. La responsabile del plesso e le insegnanti si sono attivate con una certa prontezza e a parte un attimo di panico iniziale poi è andato via tutto liscio.
La piattaforma impiegata è semplice da utilizzare. Mio figlio si collega in autonomia, ascolta le video lezioni ed interagisce con i compagni, nella bacheca, condividendo foto e video dei vari compiti di arte, motoria ed esperimenti di scienze.
Il programma è andato avanti, le video lezioni caricate sono fatte molto bene, chiare, curate in ogni dettaglio e per nulla noiose: davvero un lavoro eccellente.
Poi abbiamo imparato ad utilizzare la piattaforma Zoom per gli incontri di classe e per le temute interrogazioni, necessarie per testare il reale apprendimento degli alunni.
Che dire, con la speranza che a settembre si possa ricominciare con una scuola “normale” perché i bambini hanno bisogno soprattutto di relazioni sociali, mi sento di fare un plauso a tutti coloro che si sono attivati.
Dirigenti scolastici, responsabili dei plessi, insegnanti, educatrici comunali, Comune di Como, e noi genitori per aver creato un ottimo lavoro di squadra.