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Scuole, Orsenigo a muso durissimo: “Regione Lombardia può e deve riaprirle dal 9 dicembre”

“Regione Lombardia può e deve riaprire le scuole già a partire dal 9 di dicembre. I numeri hanno permesso il passaggio a zona arancione e la riapertura delle attività commerciali. Ma gli studenti lombardi sono costretti a rimanere a casa ad alienarsi”.

Così il consigliere regionale Dem, il comasco Angelo Orsenigo. “Riapriamo le scuole – sottolinea in queste ore -con un regime di didattica mista, in presenza al 50%, ora che i dati lo permettono. Aspettare il 7 di gennaio, dopo settimane di vacanze natalizie con meno restrizioni, significherebbe riaprire nel mezzo di una probabile nuove ondata di positivi” propone il consigliere regionale, chiedendo che Regione Lombardia supporti il piano strategico proposto dal comitato “A Scuola!” composto studenti, genitori e docenti che in questi giorni ha lanciato una petizione per chiedere alla giunta lombarda la riapertura anticipata degli istituti ancora chiusi”.

Ovviamente Regione “deve impiegare tutte le contromisure per permettere una riapertura sicura e duratura – continua Orsenigo – in primis le scuole devono diventare luoghi di sorveglianza sanitaria. Da Regione servono tamponi gratuiti di controllo dopo la quarantena e l’istituzione di presidi sanitari che raccolgano sotto di sé diversi istituti scolastici e che facciano diagnosi e tracciamento. Proprio come le aziende che già testano i propri dipendenti, anche le scuole hanno bisogno di screening periodici rapidi e a tappeto per individuare i casi positivi e garantire alla didattica di continuare in sicurezza. C’è poi il nodo dei trasporti che rimane centrale. Regione metta a disposizione le risorse per istituire più corse, abbinate a uno scaglionamento delle entrate, per permettere la distribuzione dei passeggeri e un tragitto casa-scuola in sicurezza. Non dimentichiamo poi che ogni incentivo per la mobilità alternativa è un passo in più verso una scuola sicura ”.

“Mettere in atto tutte queste misure preventive – conclude – può permetterci di aprire le classi senza attendere il nuovo anno e la possibilità che un’ulteriore ondata di contagi stronchi sul nascere la possibilità che migliaia di studenti lombardi possano tornare finalmente tra i banchi, a scuola, una realtà resa più complessa dal virus, certo, ma che è un elemento imprescindibile per lo sviluppo psicologico dei nostri figli” conclude il consigliere.

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3 Commenti

  1. Il problema non è la scuola. Tutti gli scienziati e gli statistici lo dicono. Il numero dei contagiati negli edifici scolastici è insignificante. Il problema è il contorno alla riapertura delle scuole: il trasporto pubblico, gli assembramenti dei ragazzi fuori dagli edifici scolastici, le mamme che chiacchierano in attesa dei figlioletti. Il contagio non è dentro le aule ma alle aule in qualche modo ci si deve arrivare.
    Come bisognava aspettare per riaprire le botteghe, è necessario aspettare per la riapertura delle scuole. La formazione a distanza è pesante per gli studenti, per gli insegnanti e soprattutto per le famiglie ma d’altro canto ridurre i rischi di una terza ondata, sempre che la seconda finisca, aprendo tutto è assai difficile. Aspettiamo qualche settimana e riapriamo dopo Natale. Alla fine, se aprissimo il 9dicembre invece che il 7gennaio guadagneremmo 2 settimane di lezioni in presenza ma perderemmo la possibilità di ridurre il contagio con un mese di distanziamento in più. Vale la pena?

  2. Ha ragione ma temo che fontana e galleria apriranno le piste da sci e gli hotel ma non le scuole. L’istruzione e la cultura non sono redditizie.

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