Un bilancio di medio termine circa l’operato dell’amministrazione Landriscina non può esimersi dall’ascoltare la voce dei comaschi che vivono la città tutti i giorni.
Ne abbiamo incontrati sei e abbiamo chiesto loro di dare un giudizio sui primi due anni e mezzo della giunta e, con un occhio rivolto al futuro, di esprimere un desiderio per la seconda parte del mandato del sindaco.
Dalla Polleria Bancora: “Ticosa e paratie? Partite da chiudere”
Mariagrazia Bancora, dall’omonima polleria di via Diaz che gestisce insieme al marito, rimprovera all’amministrazione Landriscina di non aver fatto abbastanza per risolvere i problemi cronici di Como durante la prima parte del mandato: “Tra le tante questioni aperte ci sono sicuramente le paratie per cui sarebbe stato meglio avere un inizio di cantiere prima del 2021. E poi c’è sicuramente la Ticosa. Mi ricordo ancora i fuochi d’artificio, quando Bruni l a fece abbattere”.
Lo sguardo critico di Mariagrazia si sposta poi verso gli immediati bisogni (insoddisfatti, secondo la donna) della città murata, chiedendo al sindaco più regole per la Ztl cittadina e, in generale, più decoro.
“A mio parere sono state concesse troppe autorizzazioni a chi deve fare delle consegne in città. Gli orari d’entrata devono essere rispettati. C’è poi da chiedersi perché abbiamo dei cartelli stradali in centro – divieti, sensi unici – se poi non si controlla che questi vengano rispettati” spiega Mariagrazia.
“C’è poi da mettere mano alle aree verdi della città – continua – oggi non saprei dove portare i bambini a giocare, sicuramente non ai giardini a lago. E’ triste visto che lì ci ho passato l’infanzia”.
L’edicola-osservatorio di piazza Duomo: “Piazza Roma: ricordo le promesse fatte e non mantenute”
“La città è ferma, inchiodata, non cambia.” Questo il giudizio, immediato di Alessandro Ostinelli, edicolante di piazza Duomo, quando gli viene chiesto quale sia stato l’impatto avuto dall’amministrazione Landriscina (in queste settimane esattamente a metà mandato) su Como.
“Ricordo le grandi promesse su piazza Roma che doveva tornare ad essere un parcheggio. Ricordo le sorti del forno crematorio di Como – spiega l’edicolante – è come se mancasse la voglia di combattere per la città, Pensiamo alla questione paratie, allo Stadio Sinigaglia. Tutte situazioni che negli anni non sono mai state risolte”.
Il timore, ci racconta Alessandro, è che l’amministrazione abbia perso la propria spinta immediatamente dopo essere stata eletta:”Pare si stiano accontentando di essere in carica, in attesa che qualcuno prenda il loro posto”.
Infine chiediamo all’edicolante come vorrebbe vedere la città cambiare nella seconda metà del mandato: “Assumiamoci la responsabilità piena di essere città turistica. L’amministrazione reinvesta i proventi per la tassa di soggiorno nell’abbellimento della città, nel migliorare le condizioni dei battelli e tenere il lago più pulito ad esempio”.
Dal bar una mezza promozione (o mezza bocciatura): Landriscina non dimentichi i ristoratori
“Vorrei ci fosse più attenzione dal sindaco per noi ristoratori. Non in quanto singoli ma come categoria. D’altronde siamo noi ad essere l’anima del commercio qui a Como”. A parlare è Walter Trumino, titolare del Bar “Il caffè dei viaggiatori”.
Per Walter, siciliano trapiantato a Como negli anni ‘80 che si dichiara innamorato della città, il giudizio sui primi due anni e mezzo dell’amministrazione Landriscina è relativamente mite.
Mentre il sindaco passa la simbolica “boa” di metà mandato, infatti, il gestore chiede solo più dialogo costante tra esercenti e Comune: “Il dialogo ha funzionato quando la raccolta della spazzatura coincideva con l’orario dell’aperitivo, situazione che poi è stata risolta spostando il ritiro a più tardi”.
Per Walter, poi, il Comune dovrebbe provvedere anche a combattere alcuni miti che si sono creati nel tempo riguardo a Como: “Dobbiamo sfatare la nomea che ci stiamo facendo come città cara e senza parcheggi, in cui non ci sono eventi, dove i locali chiudono e si stacca la musica appena arriva la sera. Io credo in Como, siamo fortunati, e potremmo essere una culla di prosperità”.
Salvatore che ha votato il Sindaco:”Lavoro per pagare il parcheggio”
“Sono uno di quelli che due anni e mezzo fa ha votato Mario Landriscina sindaco. Sapevo di non essere contento dell’operato di Lucini e volevo un cambiamento – esordisce Salvatore Scarlata – ma oggi, a metà mandato, userei un proverbio siciliano ‘Chi cambia una cosa vecchia per una nuova, solo guai trova’”.
Per Salvatore, che da uno a cento sceglie di attribuire un “38” all’operato di sindaco e giunta, le criticità di metà mandato sono legate a viabilità e lavori pubblici: “La condizione delle strade è pessima. A volte mi chiedo se l’assessore di competenza cammini per la città. Servono parcheggi. Visti i prezzi dei posteggi a strisce blu, mi pare quasi di venire al lavoro per pagare il ticket della sosta”.
Salvatore, vuole incoraggiare il sindaco a fare scelte più decise ma, allo stesso tempo, sente di chiamare in causa sopratutto la giunta: “Landriscina fa il medico, non il muratore. Gli serve una squadra qualificata, organizzata e professionale.
Altrimenti è difficile che questa città possa andare da qualche parte”. L’auspicio dell’uomo per la seconda parte del mandato dell’amministrazione è poi il seguente: “Che gli assessori siano più attenti ai dei problemi della città”.
L’ambulante al mercato: ““Lavoro tra merce usata e puzza di fogna”
Dal proprio banco di biancheria, Maurizio Zuffada assicura che le amministrazioni avvicendatesi alla guida della città hanno avuto un riflesso diretto sulle condizioni del mercato mercerie di Como.
Tuttavia, l’era Landriscina, ci dice il commerciante, non ha portato buone nuove per gli operatori: “Fidati, di acqua sotto i ponti ne ho vista passare molta e purtroppo negli ultimi anni non ho visto cambiamenti positivi. Maurizio denuncia infatti il peggioramento delle condizioni di lavoro: “Vediamo un aumento della merce usata che squalifica tutti. Non è un mistero che diversi operatori sìano morosi da anni ma che il Comune permetta loro di lavorare ugualmente. Abbiamo più volte chiesto un sopralluogo per risolvere il problema della puzza di fogna che si sente in alcuni punti del mercato. E poi bisogna risolvere la situazione di San Francesco”.
Maurizio, più che puntare il dito contro la sola amministrazione corrente, trova la responsabilità anche in quelle passate: “Le regole non sono state fatte rispettare per anni. Sicuramente non è più il mercato di una volta. Serve più polso, servono paletti”.
Cesare, della dinastia di fioristi:“Almeno Bruni passava in auto”
“Amministrare una città come la nostra può essere complicato. Ma bisogna prendere delle decisioni nette”.
A parlare è Cesare Bianchi, della storica dinastia di fioristi di via Cinque Giornate, secondo il quale i punti dolenti dei primi due anni e mezzo di amministrazione Landriscina sono molti: da parcheggi e viabilità, fino alla gestione della Ztl, passando per gli eventi eventi estivi.
“Chiedere un permesso per la Ztl è diventato complicatissimo. Servono poi dei parcheggi. Si potrebbe utilizzare lo spazio immediatamente fuori dalle mura. Si dovrebbe mettere mano alle aiuole. E poi servono eventi e cultura – propone Cesare – viviamo in un posto magnifico che diamo però per scontato. Serve valorizzarlo”.
L’altro problema dell’amministrazione comasca, secondo il fiorista, è la mancanza di un rapporto “diretto” tra sindaco e cittadini: “E’ difficile imbattersi in Landriscina. Era raro vedere anche Lucini. Almeno Bruni passava in macchina”. Per Cesare, infine, l’amministrazione deve dare un’impronta più decisa alla città: “Stando fermi si crea il pantano. E nel pantano si affoga”.