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Senzatetto, Landriscina: “Como, serve il tuo aiuto. Il cancello a San Francesco? Non è la soluzione”

(NOTA In questa intervista non troverete riferimenti alla drammatica morte di don Roberto Malgesini perché realizzata poco prima, per ComoZero in versione cartacea. Il sindaco ha comunque diffusamente parlato di quella tragedia, ad esempio qui)

Settembrino complicato per il sindaco di Como, Mario Landriscina. Il riavvio dei lavori del Consiglio comunale ha visto esplodere due questioni, entrambe incardinate sull’emergenza dei senzatetto che dormono sotto i portici dell’ex Chiesa di San Francesco.

C’è la mozione della Lega che chiede di installare un’inferriata. E la sua maggioranza è spaccata sul tema.

Si potrebbe dire anche che prevalgono modi diversi di sentire ma che non ricadono sulla tenuta generale. Non minimizzo ma ci sono stati negli ultimi tre anni temi più preoccupanti. In ogni caso si sono già create in passato maggioranze trasversali con Rapinese (Regolamento di Polizia Urbana, Ndr) e col centrosinistra (Dormitorio, Ndr).

Ma lei è a favore o contrario al cancello?

Ho già detto che non è la soluzione ma ci stanno opinioni diverse. Chi lavora o vive in zona chiede che la questione sia risolta.

Il Consiglio comunale ha votato più di un anno fa perché realizziate un dormitorio permanente.

E’ un tormentone. Invito tutti a rileggere il documento, dice espressamente che bisogna aver cura di quanti, in regola, abbiano bisogno di aiuto. Se facciamo i conti tra chi, pur in regola, rifiuta l’aiuto e chi non è in regola, ecco, non ci sono necessità urgenti. Rischiamo di aprire una struttura che resterà inutilizzata,. Mi rendo conto chè è una questione dolorosa e difficilissima, mi creda ma l’amministrazione non può accogliere gli irregolari. Come dicevo, lo evidenzia anche il documento votato in Consiglio.

Allora Emergenza Freddo, che però non riaprirà in via Sirtori. Dove?

Stiamo lavorando con Caritas per realizzare una situazione sostenibile che non si limiti all’emergenza freddo e che possa accogliere tutti i potenziali ospiti.

Dove? Come?

Il Comune farà la sua parte e sosterrà economicamente la nuova struttura ma siamo alla ricerca spasmodica di un’area per allestire il tendone. Quelle comunali sono inagibili. Mi faccia usare questo giornale per un appello alla città.

Certo.

Se qualcuno ha uno spazio disponibile si faccia avanti, noi metteremo tutto il resto. In effetti un cittadino ha offerto uno spazio, ma è a Civiglio. Difficile da gestire.

E l’ipotesi San Martino?

Intanto voglio dire che dopo aver rivolto appelli a tutti, sottolineo tutti tra pubblici e privati, solo Asst si è fatta avanti. Dapprima offrendo via Cadorna per i senzatetto Covid-positivi e poi, appunto, l’ex manicomio.

Perché non lo utilizzate?

C’è qualche problema di logistica e non vorrei che venisse sottoutilizzato visto che si trova distante da diversi servizi per i senza fissa dimora.

Su ComoZero.it abbiamo ampiamente dato conto del caso Corengia, diventato nazionale. L’assessore ai Servizi Sociali pochi giorni fa, durante le operazioni di pulizia a San Francesco, ha tolto, d’imperio, la coperta a un senzatetto. Le chiedo, non potevate almeno concedere quanto tutti diciamo, cioè ammettere che è stato un gesto davvero brutto?

Nessuno è perfetto ma chi ha peccato scagli la prima pietra. Io vedo sempre e solo posizioni divisive in questa città. Siamo già in campagna elettorale.

Grazie per l’assist, si ricandida?

Non escludo più niente. E’ vero, a suo tempo in un’intervista con lei dissi che non l’avrei fatto, volevo dimostrare di non essere inchiodato al potere (quale potere poi?). Poi ho scoperto che parlare di futuro e cambiamento ti fa definire un pavido. Così, ripeto, non escludo più niente.

Torniamo al caso Corengia e a altri precedenti come la colazione negata ai senzatetto e l’ordinanza anti-accattoni. Ormai mezza Italia pensa che Como abbia un’amministrazione ostaggio della Lega.

Guardi, non sposto il problema ma oggi la mia urgenza è un’altra. Ci sono centinaia di famiglie senza cibo. Dalla fine del lockdown ci sono state ricadute economiche e sociali che non interessano più a nessuno perché non fanno clamore. Non ci sto.

Che succede?

Sono profondamente preoccupato, quando finirà la cassa integrazione le richieste di aiuto aumenteranno. Sto parlando con tutti, Camera di Commercio e imprenditori, per giocare d’anticipo e capire quanti soldi serviranno sul prossimo anno.

Mario contro il mostro burocratico

Il venticello comincia a portare profumo d’urna fuori e dentro il Palazzo. In termini politici, pur mancando ancora un anno e mezzo, le elezioni sono a un passo, la campagna elettorale occuperà pachidermicamente gli spazi amministrativi dell’ultimo anno di mandato Landriscina.

Insomma il tic-tac del conto alla rovescia non è più un suono sullo sfondo. Tireremo il rigone sotto le somme tra qualche mese. Ora è più interessante capire quali partite intenda chiudere il sindaco prima della fine del quinquennio che porta il suo nome.

“Sarei molto contento se bonificassimo la Ticosa, le procedure sono avviate e sono fiducioso”. Ticosa uguale parcheggio: “Anche un parcheggio, sicuramente un parcheggio ma…”. Ma si sa, Landriscina, non ha mai nascosto la volontà di trasferire il Comune in nuovi edifici nella spianata di via Grandi (quantomeno la parte tecnico amministrativa, mentre quella politica potrebbe rimanere nella parte antica dell’attuale sede, cioè Palazzo Cernezzi).

“E’ un’ipotesi sul tavolo e nella mia testa, non l’ho mai nascosto. Poi se qualcuno ha idee più allettanti si faccia avanti”. Poi cosa dice l’agenda? “Vogliamo rifare completamente l’illuminazione cittadina e chiudere il grande tema dello stadio, come sapete siamo in continuo dialogo il Club che ha chiesto di capire quali agevolazioni ci saranno con la Legge Stadi”.

Ma il sindaco volge lo sguardo anche al piccolo: “Io però credo – spiega – che il grande progetto, vitale per Como, sia mettere mano alla macchina perché l’ordinario possa funzionare. Strade, servizi, sottoservizi devono poter essere gestiti e mantenuti in tempi accettabili. Non è possibile che la macchina amministrativa si muova in termini di anni. In questa città si deve poter decidere e agire in tempi rapidi. Sto lavorando anche su questa cosa”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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