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Sexy vintage e porno nostalgia: alla scoperta dell’ultimo sexy shop di Como

“I nostri clienti sono insospettabili. Tra i 40 e i 55 anni, in una fascia di reddito alta. Clienti che tengono alla qualità – spiega Emauela Orizio, da dietro il bancone del suo negozio, vicino alla stazione di Camerlata, mentre due ragazzi cubani gironzolano tra gli scaffali dei sex toys – certo, gente che magari non ti aspetteresti in un sexy shop”.

Quello di Emanuela, il Yo Yo Sexy shop, è uno degli ultimi locali del suo genere a Como.
La chiusura dello storico New Temptation sulla Napoleona, anni fa, pur essendo passato in sordina, ha segnato la fine di un’epoca. Internet, tra pornografia online e oggettistica, sta soffocando l’industria, a detta di chi nel settore ci lavora.

Il YoYo di Emanuela nasce circa vent’anni fa, dopo un viaggio in Olanda con il marito, dove la prostituzione è legale e dove in quartieri come quello a luci rosse di Amsterdam trovare un sexy shop è la normalità. “È tutto iniziato come un’idea imprenditoriale – spiega la donna, sorridendo, non abituata all’interesse per i retroscena della sua attività – sapevamo che a Como non c’erano ancora posti del genere. Così abbiamo deciso di aprirne uno”.

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Emanuela è una figura benevola e sorridente che lo stereotipo non vorrebbe. dietro a un’attività del genere. Lei stessa ammette, con autoironia, di non essere la tipica commessa da sexy shop. “Altre proprietarie preferiscono vestirsi a tono con il luogo di lavoro” scherza.

Di richieste strane da parte dei clienti Emanuela non ne ricorda: “le fantasie individuali sono estremamente soggettive, alle fine” dice. Ma in vent’anni, racconta la donna, i cambiamenti del mestiere sono stati tanti, culturali e non.

L’evoluzione della clientela è coincisa con la trasformazione della sessualità: “All’inizio, il sesso era ancora un tabù. Un tempo la stragrande maggioranza dei clienti era composta da uomini. Oggi, vengono tante donne e tantissime coppie che magari vogliono trovare un modo per ravvivare la propria relazione”.

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Sempre in termini di trasformazioni, a qualche centinaio di metri dal sexy shop di Emanuela, un altro negozio, il Sex is Now, ha aperto nel 2015. La particolarità? Nessun commesso, niente conversazioni potenzialmente imbarazzanti con il personale.

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Al cliente basta inserire un documento per accedere a tre distributori automatici. Oltre al vetro, di tutto: dai sex toys alla biancheria intima. Eppure, per Emanuela, il contatto tra cliente e rivenditore è fondamentale. “SIamo qui per questo, per consigliare un cliente che con il tempo è diventato molto informato e selettivo, grazie a internet, sugli ultimi modelli e sui materiali migliori – spiega – L’imbarazzo di clienti uomini davanti a una venditrice donna rimarrà, certo. Dal nostro lato possiamo solo essere il più professionali possibile. Banalmente, il poter mostrare il prodotto fuori dalla scatola prima di acquistarlo è molto importante”.

Passeggiando tra gli scaffali del negozio di Emanuela, si trova un po’ di tutto. Dai dvd scontati alle videocassette vintage, da un angolo “al femminile”, dove una teca di vetro raccoglie diversi vibratori dalle forme ricercate ad alcuni manichini in completini succinti.

Un ricettacolo di articoli che per alcuni potrebbe sembrare sinonimo di depravazione, per altri una serie di oggetti dal fascino anacronistico. “Quello che ci ha salvato è stato alzare il livello della nostra merce, evitando materiali scadenti e fornendoci solo dai migliori in Olanda – spiega Emanuela – siamo un business e come tale bisogna rinnovarsi e mantenersi costantemente aggiornati. Basti pensare che in fatto di vibratori siamo ormai oltre le pile. Alcuni si caricano direttamente con un cavo USB, come un telefono”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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