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Lomazzo, Henkel chiude. Battistin (Cgil): “Irresponsabili, è sciopero. Ho toccato la paura dei lavoratori, andremo a Düsseldorf”

Non servono troppe immagini o figurative.

Per i lavoratori (150 tra diretti e indotto) e per i sindacati l’annuncio perentorio, teutonico, della chiusura dello stabilimento Henkel a Lomazzo è stato l’incarnato di un lampo nel cielo. Non atteso, almeno non così per modi e tempi.

Ne abbiamo parlato qualche ora fa, raccontando di una convocazione urgente da parte dell’azienda:

Paura a Lomazzo, Henkel: “Chiudiamo entro giugno”. 150 lavoratori a rischio, Cgil, Cisl e Uil: “Devono cambiare idea”

Subito dopo l’incontro tra vertici e sindacati c’è stata l’assemblea dei lavoratori.

“Con una partecipazione straordinaria”, racconta Doriano Battistin dalla Cgil.

Battistin ha portato avanti, coi colleghi degli altri sindacati, una delle trattative più complesse della storia industriale e produttiva e sociale di questi anni nel Comasco, la vicenda Canepa a San Fermo.

Doriano, cosa succede?
Inutile descriva il clima, i volti dei lavoratori, terrificati dall’annuncio della chiusura entro giugno. Domani avremo una call con tutto il coordinamento nazionale Henkel, proporremo uno sciopero di tutto il gruppo.

Mobilitazione nazionale unitaria. Aderiranno?
Non ho dubbi che la risposta sarà generale e positiva da tutti e sette gli stabilimenti.

Poi?
Studieremo forme di reazione anche locali, come è giusto che sia. Ci siamo attivati con forze istituzionali e politiche del territorio, abbiamo ricevuto risposte è c’è reazione. Serve un tavolo regionale. Come avvenuto con Canepa, i politici si stanno muovendo. Sabato incontreremo anche il sindaco di Lomazzo per ragionare sulla comunità locale.

Vi muovete contro un colosso, ci vuole coraggio.
Sì, Davide contro Golia. Come abbiamo dichiarato vogliamo cambino idea. E’ difficile, sono tedeschi, hanno pianificato e predisposto tutto da mesi, precisi.

C’è un tema reale, la chiusura dello stabilimento sarà un disastro per la comunità.
Abbiamo il dovere di tenere questo sito in Italia, a Como. Chiuderlo in piena pandemia, lasciando 150 persone e famiglie a casa è irresponsabile. Henkel vanta la medaglietta green e della responsabilità sociale ma con la crisi che arriverà, finito il blocco dei licenziamenti, chiude tutto. Alla faccia…

Ma i bilanci dell’azienda?
E’ un gruppo che non perde soldi, basta guardare i report dal sito. Guadagnano meno ma guadagnano. Anche nel 2020.

Quindi, per capire, ristrutturano per sopravvivere o no?
Ma no. E’ solo una scelta, per noi sbagliata: Lomazzo è una struttura performante, il costo unità prodotto è positivo. Appena si uscirà dalla pandemia covid Lomazzo offrirà una capacità produttiva fondamentale.

Sciopero e poi?
Intanto aspettiamo sostegno e non escludiamo di andare anche a Düsseldorf (sede della multinazionale, Ndr).

Andate sotto casa Henkel?
Stamani abbiamo chiesto di parlare con il board, non ci hanno nemmeno considerati. La trattativa è glaciale e fredda. Ci attiviamo anche sul fronte sindacale europeo e con tutti i rappresentanti ma la verità è che il capitalismo, in questo momento, si sta riorganizzando e i sindacati sono indietro. Se ragioniamo nazione per nazione prendiamo sberle, serve organizzarsi in modo più profondo.

Annuncio chiusura a giugno, praticamente domani.
Non vogliamo prendere o acquisire tempo, vogliamo, ripeto, che cambino idea. E’ difficile ma doveroso, lo abbiamo detto ai lavoratori. In Italia trattare con le multinazionali è dura ma contiamo sul movimento di opinione. Solo due anni fa Lomazzo riceveva riconoscimenti.

E oggi chiude
Ecco.

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