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“Sono tua figlia, aiutami” Nel Comasco la truffa del finto maresciallo e dell’attrice che piange a dirotto

I consiglio anti truffa funzionano. E possiamo ribadirlo – dunque invitando ancora ad ascoltarli sempre e possibilmente tenerli a mente – grazie alla storia che raccogliamo da signora che chiameremo Teresa (nome di fantasia su espressa richiesta), 75 anni, residente a Montano Lucino, che ci ha voluto raccontare il tentativo di raggiro veramente ‘da manuale’ che ha intuito e dunque reso fortunatamente vano. Trascriviamo nel virgolettato il contenuto della telefonata.

Buongiorno,
oggi poco dopo le 15 mi è squillato il telefono di casa, sulla vecchia linea fissa che abbiamo mantenuto. Dall’altra parte, si è presentato un uomo come Maresciallo dei Carabinieri. All’inizio, ovviamente, ho ascoltato cosa aveva da dirmi ma ha immediatamente cominciato a pormi domande sempre più precise.

Mi ha chiesto innanzitutto se avessi due figlie, cosa effettivamente vera e che, col senno di poi sbagliando, ho confermato dicendo anche i loro nomi. Ma fino a quel momento non avevo ancora assolutamente il sospetto che dietro la telefonata ci fosse un inganno. Da qui in poi, però, le cose sono cambiate.

Il presunto Maresciallo si è fatto sempre più insistente con le domande e, puntando anche sulla mia agitazione, ha iniziato a dirmi di stare calma ma che voleva sapere se le figlie vivessero con me, se l’indirizzo di casa mia fosse effettivamente quello a cui mi aveva chiamato e così via.

A quel punto, mi sono venute improvvisamente in mente tutte le volte in cui ho letto oppure ho sentito alla tv come si svolgono le truffe del finto Carabiniere. E ho immediatamente appeso. Eppure non si sono fermati, anzi.

Subito dopo, infatti, il telefono è suonato nuovamente, io ho risposto ma questa volta dall’altro capo c’era una donna che, fingendo di piangere a dirotto e con il tono della voce ancora più drammatico, ha fatto finta di essere una delle mie figlie che singhiozzando raccontava di aver avuto un incidente e di aver investito una persona. A quel punto, sapendo che in quel momento non era possibile che si fosse verificata quella situazione, ho capito che era proprio una truffa e ho definitivamente chiuso la comunicazione. Immagino che, come ho sentito che è già capitato ad altri, a quel punto mi avrebbero chiesto soldi per le spese legali, per le cure mediche o chissà per cos’altro.

I due comunque non si sono arresi subito: hanno richiamato ancora un paio di volte, poi finalmente hanno smesso.
Tutto è andato bene, ma volevo rendere pubblica questa esperienza perché ho sperimentato di persona quanto possono essere i consigli che diffondono le forze dell’ordine per non cadere in situazioni simili.

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