Dopo la nota del consigliere comunale Stefano Legnani (Pd), che denunciava l’impossibilità per i disabili (ma anche per semplicissimi passeggini) di usufruire pienamente del nuovo lungolago a causa della presenza di gradini nella zona della darsena, ad affondare il colpo sul risultato finale dopo anni di cantiere è Lorenzo Spallino, ex assessore all’Urbanistica della giunta Lucini.
Già nel 2018, all’indomani della presentazione pubblica in Biblioteca del progetto di sistemazione del lungolago da parte di Regione Lombardia, lei si era espresso negativamente sulla resa estetica finale. Ora che il primo tratto di cantiere può dirsi concluso, è ancora di questa idea?
Quando nel 2018 ho sentito l’assessore Sertori liquidare le proposte del progetto precedente (quello presentato dall’amministrazione Lucini, Ndr) definendole “orpelli” che avevano provveduto a eliminare sono rimasto di sasso. E ora i nodi vengono al pettine.
A cosa si riferisce, precisamente?
Ad esempio al ponte pedonale che avrebbe evitato il problema dei gradini denunciato da Legnani, di cui sottoscrivo ogni parola. Sono state eliminate soluzioni strutturali come se fossero inutili accessori con il solo scopo di risparmiare e fare il più in fretta possibile. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Un lungolago vuoto e poco fruibile, almeno in questo primo tratto.
Esattamente. Ora abbiamo sì il nuovo lungolago, ma completamente vuoto mentre noi avevamo ipotizzato di renderlo vivo e fruibile, anche solo con l’aggiunta di verde, bersò e di elementi come la vecchia gru per ricordare il passato di questa zona o il meccanismo di misurazione della pressione del lago. L’avremmo davvero restituito ai comaschi che non meritano di trovarsi nella posizione di farsi andare bene tutto pur di vedere il cantiere finito. E mi stupisce che a questi livelli politici non ci sia stato nessuno che abbia fatto notare il problema.
Pensa sia possibile prevedere qualche miglioria a posteriori?
Direi proprio di no, anche perché non sono stati previsti i necessari sottoservizi quindi è impensabile fare chissà cosa, ora. Quel che è fatto è fatto, purtroppo. Alla base però c’è proprio un problema di metodo: non so cosa fare di uno spazio? Allora elimino tutto e lo faccio diventare una spianata, poi si vedrà. Un po’ come l’attuale idea di trasformare la Ticosa in un enorme parcheggio, diciamo.
Un problema di mentalità o competenze?
Definirei semplicemente il lungolago come l’indicatore di quello che ci aspetta per il futuro: arroganza, poca competenza e nessuna attenzione ai dati di fondo. Se gestiamo così la cosa più bella che abbiamo, immaginiamoci cosa può succedere con il resto. Ma è un problema diffuso: negli anni Settanta e Ottanta all’urbanistica piaceva porsi questioni complesse, negli anni Novanta si è passati al fare e ora, semplicemente, non ci si vuole porre i problemi.
Quindi la soluzione, secondo Lei, quale avrebbe potuto essere?
Per risolvere un problema complesso, la soluzione non può essere semplificare al minimo ma deve essere altrettanto complessa, come è stato fatto ad esempio a Nizza.
Cioè?
Nizza aveva un problema che era cento volte più grande del nostro con una spianata di dodici ettari in pieno centro, tra il Museo di Arte Moderna e Contemporanea e la Promenade des Anglais nata, in parte, da un grosso intervento sulla viabilità. Se fosse stata a Como, non dubito che ci avremmo fatto dei bei parcheggi.
E invece cosa si è scelto di fare?
Invece hanno realizzato un intervento complessissimo creando un’enorme area verde nel cuore della città con prati, viali, fontane, giochi per bambini. Un’area viva.
L’esatto opposto del nostro lungolago.
Prendiamo atto che ormai abbiamo una spianata vuota ma, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, l’urbanistica si fa anche a partire da spazi come questo. L’unica cosa che possiamo augurarci e che qualcuno la veda come un’opportunità, magari per indire un concorso internazionale per trovare idee. L’importante però è non metterci altri vent’anni.
Ci crede davvero?
No, purtroppo.
23 Commenti
Visto ieri sera il nuovo rifacimento del lungo lago
Complimenti..molto bello
A Como c’è qualcuno che odia le panchine. In piazza Cavour dove fermano innumerevoli autobus, c’è una sola panchina rotta da secoli, ce ne starebbero di più a fianco della fontanella, ma almeno sostituire quella rotta!
Sulla passeggiata Lino Gelpi, all’inizio, all’ombra di un albero meraviglioso, ce n’erano tre, una è stata vandalizzata, portata via e mai più rimpiazzata. In estate quando lì è l’unico punto per godere dell’ombra, bisogna mettersi in lista d’attesa per un posto sulle altre due.
Como turistica? Facciamo ridere. Non parliamo poi delle toilette pubbliche che è meglio.
Meno panchine, più tavolini.
Meno toilette, più scontrini.
Gente, gente… Date una possibilità alla pace!
Termina il lungomare e divertiti. Come tutti i progetti verranno apportati miglioramenti straordinari..
Cominciamo a ripiantumare tutte le aree soggette a vincoli di ripristino da parte della sovrintendenza e godiamoci la graticola del nuovo lungolago…
Un amministrato è valido se agisce per il bene della città, e quindi se prende ciò che di buono viene dalle amministrazioni precedenti, anche se di diverso colore. Ma da noi, in Italia in genere, e quindi a Como, non è così: le idee di chi ha preceduto il nuovo che avanza vanno cancellate, giudicate “inutili orpelli” a prescindere. Nel caso del lungolago, del resto, sarebbe stato sufficiente copiare da qualunque città straniera (senza andare troppo lontano: Lugano); ma non si fa nemmeno questo, per spocchia o ignaranza. O piuttosto per totale mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini (vedi, tra l’altro, l’assenza della passerella).
Vent’anni o un ventennio, come preferite, mi sembrano un tempo più che adeguato per far tornare, forse, la sinistra al governo. Del condominio, del quartiere, del comune, della provincia, della regione, della nazione e dell’Europa.
Hanno avuto oltre 13 anni per concretizzare ma sono solo capaci di critiche. E’ vero forse si poteva fare di meglio e più in fretta ma non vedo mettere più verde sopra quelle vasche, forse delle enormi fioriere ma questo lo si potrà fare anche nel prossimo futuro.
Ma chi ha avuto 13 anni “per concretizzare” ???
…previsto…non attuato…
Questo signore ha ampiamente documentato il ruolo svolto dalla sua Giunta; poi sono intervenuti altri fattori, non proprio edificanti, se letti dopo 10 anni e dopo quanto pubblicato anche di recente.
Le osservazioni di Spallino sono concrete, il risultato a cui ha condotto l’intervento dell’assessore regionale è altro, quasi fosse un grande fastidio.
E’ sempre un piacere sentire i consigli degli ex-membri della giunta Lucini, incapaci di fare qualsiasi cosa durante il loro mandato e fra i principali colpevoli del ritardo del cantiere del lungo lago. Avevate in mente un lungolago diverso? avevate la possibilità di farlo come volevate voi, avete fallito e ora muti.
Un nickname assolutamente adeguato al livello dei commenti.
Godetevi la vostra autostrada e , mi raccomando, riempitela di tavolini per il profitto dei vs sponsor.
Hai ragione
Paroleacaso, hai ragione
L’accusa di scarsa fruibilità per passeggini e disabili è assolutamente ridicola, essendovi una pista cilopedonale. L’effetto spianata è un rischio reale, invece. Andrebbe giudicato a lavori finiti. Dipende anche da quanto crescono gli alberi, i tigli nuovi (sono 8 mi pare) se li pensiamo tra 20 anni, potrebbero essere una bella foresta, ma adesso, per forza di cose, sono esili e insignificanti. Nelle vasche romboidali dipende da cosa ci metti e da quanto lo fai crescere. Purtroppo sotto c’è cemento e non terra, per cui piante ad alto fusto non possono crescere.
Io invece ho trovato impattante la pensilina della biglietteria
quindi secondo lei chi è disabile deve rimanere sulla ciclabile? Ha visto quante scale od ostacoli (e lo sono per un portatore di handicap) lungo la nuova passeggiata? … essere inclusivi è un aspetto di sensibilità mentre la rimozione degli ostacoli (o barriere architettoniche) per i portatori di handicap non è solo una particolarità ma un “diritto per legge”.
Le auguro di non dover provare mai cosa significa essere esclusi.
Quando era assessore era stato elaborato un progetto d gran lunga migliore di quello ora realizzato, come si può facilmente evincere dai rendering dell’articolo qui sopra. Capisco che leggere l’articolo sia faticoso, ma almeno guardare le figure…
Tanti bei disegni,ma … i fatti?
I fatti durante la giunta Lucini: portici Plinio pedonalizzati e finalmente vivibili; piazza Grimoldi rinata; percorso attorno al Duomo finalmente fruibile, piazza verdi e canocchiale verso Casa del Fascio ripristinato; evidente rilancio del turismo in città; eventi estivi per tutti, rilancio della Città dei Balocchi con enorme indotto economico e di visibilità per la città, progetto del lungolago eseguito a regola d’arte e poi stralciato da Rapinese così da impedire ai disabili di usufruirne, inserendo scale e scalini.
Devo continuare?
Quando questo signore era assessore in che stato era il lungolago? Cosa è stato fatto per la città in quel periodo e di cui ne godiamo i frutti oggi?
Nulla di cui stupirsi purtroppo visto che conta solo finire in fretta e consegnare l’inutile folle opera di pura propaganda.
Il ponticello pedonale si può fare in una, settimana in legno se di vuole così come il verde posizionando fioriere sempre in legno!!!!
Ma il gota del cemento ovunque IMPEDISCE queste semplicissime soluzioni poiché a costo quasi zero.
Più che fiori servirebbero alberi, altrimenti in estate quella passeggiata diventerà invivibile a causa delle temperature e della totale assenza di ombra