“C’era una volta il guardiano di un cimitero…”.
Sembrerebbe l’inizio di una storia che mette i brividi e, invece, è esattamente il contrario. Perché il guardiano in questione si chiama Camillo ed è un bel gattone rosso di 8 anni che trascorre le sue giornate tra le tombe del cimitero di San Fermo. Come un vero e proprio guardiano.
“Camillo aveva una casa e una famiglia che l’aveva adottato da piccolo – racconta Marialuisa Righi (ex- giornalista, scrittrice, animalista e “gattara nell’anima”, come si definisce). Abitava proprio davanti al cimitero ma continuava a scappare per trascorrere la giornata tra le tombe. Era diventato anche bravissimo ad attraversare la strada guardando che non arrivassero macchine, ma era comunque troppo pericoloso”.
Così la sua famiglia, dopo diversi tentativi, a malincuore ha deciso di lasciarlo libero di fare la vita che voleva. E così, Camillo si è definitivamente trasferito a vivere al cimitero. “Non è un gatto abbandonato in cerca di casa, sia chiaro – spiega Marialuisa – E’ seguito da tre persone che gli danno da mangiare (rigorosamente al di fuori del camposanto, per rispetto), è sterilizzato e vaccinato. Semplicemente ha scelto di vivere in questo modo”.
E così, a parte qualche sporadico giro nella piazza del paese, è facile vederlo aggirarsi tra le lapidi o prendere il sole sdraiato sull’erba della sua tomba preferita, quella della signora Luisa che, chissà, forse amava i gatti e ora è felice della compagnia di Camillo. E di notte? “Si rifugia nei colombari vuoti o in un grande vaso pieno di paglia. Non accetta altro”.
Ma Camillo non si limita a scivolare silenzioso tra le tombe. Lui è il guardiano del cimitero e ci tiene a ricordarlo, soprattutto in occasione dei funerali. “Assiste a tutti i funerali che si svolgono qui – racconta Marialuisa- Non sta in disparte, si avvicina e osserva, senza disturbare”. E le persone? “E’ capitato che qualcuno fosse infastidito dalla sua presenza ma la stragrande maggioranza gli vuole bene e si preoccupa per lui se non lo vede per qualche giorno. Anche l’Amministrazione ha capito che è assolutamente innocuo e che, anzi, porta un sorriso in un luogo che, di solito, è sinonimo di tristezza”.
Attualità, Cultura e Spettacolo, Solidarietà e Sociale
- 21/11/2024
- 13:55
- Redazione
2 Commenti
Che bella storia. Uno spiraglio di dolcezza in un mare di cattive notizie.
E’ un coccolone. Guai a fargli del male!!!