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Blevio e l’incubo frane, Trabucchi: “Venti persone ancora sfollate e forse lo saranno per tutto il 2024. Danni ai privati per 3 milioni”

“Fino a quando non riusciremo ad avere a pieno regime le 40 opere di messa in sicurezza si verificheranno altre frane”. Blevio è stato protagonista della cronaca degli ultimi anni per i numerosi episodi di frane che hanno colpito il paese del lago, bloccando più volte la strada provinciale e causando milioni di euro di danni ai residenti. Gli eventi, dopo il primo disastro del luglio 2021, si ripetono ormai ciclicamente (l’ultima il 18 settembre, qui tutte le cronache). Il motivo? Ne parliamo con il sindaco Alberto Trabucchi.

Partiamo da lontano. Nel 2011 una frana devasta il paese di Brienno. È stato forse un campanello di allarme non ascoltato?
Con il senno di poi è sempre tutto molto facile. Per agire in maniera efficace ci vuole una conoscenza completa di quello che sta accadendo. Questi fenomeni sono molto legati al cambiamento climatico. Non esiste un patrimonio di conoscenze esaustivo su questo tema, che ci avrebbe permesso di prevedere tutto ciò. Inoltre, come sindaco, quando ho decine di sfollati e devo agire in breve tempo, sotto stress e con mille problemi. Non è semplice.

Facciamo un riassunto molto breve degli episodi che hanno colpito Blevio negli ultimi anni.
Nel 2018 ho fatto realizzare da un geologo uno studio di valutazione del rischio sulla base degli eventi storici, che non hanno nulla a che fare con quelli avvenuti negli ultimi anni. Già allora però si vedeva un aumento della frequenza e del rischio di dissesti, non chiaramente paragonabili, per quantità e qualità, a quelli degli ultimi anni. Tornado agli episodi passati, un primo evento importante a Blevio, durante il quale non ero ancora sindaco, si è verificato nel 2014, che può essere assimilato a quelli legati al cambiamento climatico. Poi tutti ci ricordiamo il trauma di quel del 25 luglio del 2021 dove quasi il 90% reticolo idrico è esondato. A causa di quell’evento c’è stato un cambio morfologico su alcune valli. Da lì si è dei partiti con mille difficoltà a cercare i primi fondi per ricostruire e mettere in sicurezza la zona. Fino a quando non ci saranno a pieno regime tutta una serie di opere, i dissesti continueranno a ripetersi. Ne abbiamo più di 40 in progetto, Dall’evento di luglio 2021 abbiamo avuto in poco più di due anni ben cinque altri dissesti.

A quanto ammontano danni, sia economici che umanitari, a oggi?
Una ventina di persone è sfollata da due anni e probabilmente lo sarà ancora per tutto il 2024. Inoltre sono state presentate tre milioni di euro di domande per danni dai privati.

Il problema, a questo punto, è la burocrazia?
Sì. A volte mi chiedono se sia colpa di qualcuno e ho sempre risposto “purtroppo no”. Sarebbe la notizia più bella del mondo sapere che ci fosse qualcuno che ci blocca a cui dare la colpa. Ma non è così. Sia in Prefettura che in Regione ho trovato bravissime persone che rispondono al telefono anche alle tre di notte. Il problema purtroppo sono i tempi di esecuzione delle opere a causa della burocrazia. Ci sono una somma di norme costruite per situazioni ordinarie. Ma a Blevio siamo reduci da eventi traumatici. Abbiamo la necessità di intervenire con una certa celerità, che ci non è possibile con tutte queste norme. In situazioni straordinarie come la nostra creano gravissimi problemi. Tradotto in maniera semplice: se non riusciamo a fare una serie di opere più velocemente, con il cambiamento si verificheranno altri dissesti e quindi dovremo chiedere altri soldi. La maggior parte serviranno solo per fare i cosiddetti sghiaiamenti, ma che non risolveranno il problema. Questi permettono solo di fare interventi che tolgono le pietre dalla strada provinciale ma non stabilizzano il materiale.

Cosa chiede a questo punto?
Delle procedure più snelle, magari una sorta di Testo Unico del dissesto idrogeologico, in cui mettere insieme una serie di norme ci permettano di eliminare il rischio immediato di altre frane.

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