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Sul pannello stradale si legge “fascie”. La prof Vale non ci sta: “Perché quel cartello l’ha scritto il Comune. Capite che è grave?” (Poi errore corretto)

E’ pura ortografia, davvero elementare. Certo il refuso può sempre scappare, lo sappiamo bene, quanti ne fioccano per fretta o solo disattenzione anche su queste pagine. Ma, insomma, indipendentemente dalle cause l’esito è poi identico: una figuraccia. E il doppio controllo (la correzione di bozze) rimane sempre una buona strada.

Succede anche per i pannelli a messaggio variabile installati sulle strade comasche dove compare un annuncio che recita: “Nelle fascie orarie”. Peccato veniale, si dirà. Certo. Ma non se si inciampa nell’occhio vigile e impegnato di una prof. Parliamo di Valentina Romano, ben nota ai lettori di ComoZero per un’attività che va oltre i muri dell’aula (senza veramente lasciarla mai) e diventa protagonista di serate incredibili a cavallo fra letteratura e arte.

Ma tornando a più prosaiche vicende, ecco che la prof Vale incappa nel cartello (che essendo governato da un cervellone centrale si presume proponga l’ennesima replica di un errore presente anche su altri pannelli), lo fotografa e quindi si rivolge all’autore con una noterella giusta, sincera e gustosa:

Ehi, Lei,
chiunque Lei sia,
Lei che si occupa della segnaletica stradale per il Comune di Como e ha scritto “fascie” con la “i”.
Ma ha riletto quello che ha scritto?
La prego.
Sono venticinque anni che provo a insegnare l’ortografia ai ragazzi, che li cazzio per un apostrofo, che cerco di far capire loro che l’ortografia è bellezza, è una forma di rispetto e che dobbiamo averne cura sempre, anche quando scriviamo uozzappini o la lista della spesa…
Vuole forse vanificare il lavoro mio e di tutti i miei colleghi?
Perché da questo cartello (via Canturina, di fronte al campo Coni, per poco non mi schiantavo quando l’ho letto) passano ogni giorno migliaia di automobilisti e centinaia di studenti, che quando staccano gli occhi dal cellulare – cosa rara ma non impossibile – potrebbero leggerlo; e allora potrebbero pensare che se “fascie” si scrive con la “i” sarà corretto anche scrivere “striscie” e “liscie” e “puliscie”. Perché quel cartello l’ha scritto il Comune. Capisce che è grave? Si stupisce che mi ferisce?
Vorrei dal Comune la stessa cura che io cerco di insegnare ai miei ragazzi; la stessa cura che si chiede a me in quanto cittadina.
Suvvia, correggere l’errore è un attimo: un po’ di sbianchetto e via.
Foto fatta da me.

Aggiornamento delle 23.20: l’errore è stato corretto come la stessa prof racconta in un commento sul nostro Facebook, in mezzo a altri commenti, diciamo, non sempre centratissimi.

Ecco la nuova formula (non era poi difficile, dai):

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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