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“Svastiche, insulti e teste mozzate a un ragazzo nel ‘liceo bene’ di Como”. La chat shock dei minorenni

Un chat chiamata Octopussy e, tra i messaggi, un fiume di odio, veleni e bullismo. E’ accaduto in quello che oggi, in un ampio articolo, il Corriere della Sera, a firma Ilaria Sacchettoni, descrive come un “liceo bene di Como”, senza aggiunge ovviamente altri dettagli anche perché i tre protagonisti della vicenda che ora dovranno affrontare il processo all’epoca dei fatti erano minorenni (e ieri il Tribunale dei minori di Milano ha deciso il loro rinvio a giudizio). I tre liceali si sarebbero resi autori di pesantissime intimidazioni nei confronti di un compagno di scuola – poi costretto a cambiare istituto – identificato semplicemente come un “diverso” da loro e che dunque sarebbe diventato destinatario e oggetti di epiteti, minacce e immagini agghiaccianti, tra cui – come sorta di avvertimento – la testa mozzata di un cane. Questo il genere di materiale che girava nella chat.

I fatti risalgono al periodo settembre 2020-marzo 2021 e in un altro passaggio della chat tra i bulli, è stato trovato un messaggio di questo tenore: “Qui c’è qualcuno che vuole un colpo di Ak nell’arteria”, dove ‘Ak’ sta per fucile da guerra. Ma prima ancora, un altro aveva parlato anche di “un calibro 9 millimetri”. Il tutto condito da altri messaggio omofobi, antisemiti e inneggianti al fascismo, tanto da creare nel liceale vittima uno stato di forte ansia e paura per la propria incolumità.

La causa di tanto odio del gruppetto verso l’altro compagno di scuola? Pare null’altro che la sua autonomia di pensiero e forse la volontà di non sottomettersi alle angherie del gruppo di bulli che pure continuavano a scriversi su come trattarlo, da “menarlo forte” a investirlo con un trattore fino a “spatasciargli la testa”. E ancora, svastiche, riferimenti a Mussolini e altro ancora. L’inizio della fine dell’incubo – mentre a scuola nessuno sembrò accorgersi di quanto stava accadendo – è coinciso con la scoperta in famiglia dei fatti. Da cui, poi, la denuncia e l’acquisizione da parte degli investigatori della chat dei tre. E ora, con il rinvio a giudizio del gruppetto, il processo.

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3 Commenti

  1. Inanzitutto grande solidarietà al ragazzo preso di mira dai tre idioti di turno.
    Mi domando i genitori di questi tre imbecilli che razza di educazione abbiano dato ai loro figli, probabilmente il marcio arriva da loro.
    Razzismo, fascismo, arroganza il peggio del peggio.

  2. Curioso che possano avvenire in tale rinomato contesto, il clima e’ certo invidiabile e notevolmente superiore a quello della scuola pubblica………………………

  3. Al ragazzo che è stato vittima di questi cyber-bulli,
    sappi che non sei solio. Sappi che ci sono persone là fuori che ti ammirano per aver avuto il coraggio di essere un pensatore indipendente, per essere stato abbastanza coraggioso da difendere ciò in cui credi e per esserti opposto a questi bulli. C’è un prezzo pesante da pagare per non essere parte del branco, per resistere al pensiero di gruppo e per essere un’autentica versione di te stesso. Ma c’è un prezzo ancora più alto per non farlo. Hai avuto il coraggio di essere te stesso. E solo per questo meriti rispetto e sostegno. Ricordati che non sei solo. Ci sono persone là fuori che ti rispettano e che ti sostengono. Continua a brillare, continua a essere te stessa. Pieno rispetto per te.

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