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Svizzera, adesso la Lega se la prende coi veterinari frontalieri: ”Colonizzazione italica nelle cliniche”

Il tiro ad alzo zero contro i frontalieri, messo in pratica ormai da tempo con particolare attenzione da parte della Lega dei ticinesi, punta il mirino questa volta sui veterinari e le cliniche collegate. In un dettagliato e duro articolo del Mattino, settimanale appunto della Lega, il nuovo bersaglio sono loro.

Punto di partenza, i numeri che certificherebbero come nell’ultimo decennio i veterinari italiani al lavoro in Ticino siano passati da 43 a 145. Crescita che “non si giustifica con l’aumento – molto più limitato – del numero di animali domestici in Ticino. L’unica spiegazione di questa esplosione è che questi veterinari italiani hanno trovato un bel business in cui sguazzare”, si legge.

Subito dopo l’attacco si sposta sulla presunta inerzia da parte del dipartimento preposto (il DSS) nel controllare il settore delle cliniche veterinarie

E così allora ecco che “non sorprende che (ma guarda un po’ che strano) dentro a queste cliniche veterinarie lavorino praticamente solo frontalieri. Molti dei quali millantano titoli di studi conseguiti in Italia”, si legge.

Titoli sulla cui validità è intervenuto il presidente dell’ordine dei veterinari del Canton Ticino dicendo come “il nostro dubbio è che a volte potrebbero essere specializzazioni farlocche, a discapito di chi si rivolge a loro pensando di avere a che fare con un vero specialista”.

Attacco che si estende poi anche al personale delle cliniche a partire da quella di “Cadempino dove lavorano decine di persone, che a parte la titolare parrebbero venire praticamente tutte da oltre ramina. Lo stesso si può dire per la clinica di Paradiso, che se non fosse per il dominio “.ch” parrebbe essere una realtà completamente italiana. Per non parlare di quella sorta in quel di Agno, all’esterno della quale si trovano esclusivamente vetture con targhe azzurre”

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