No alla chiusura delle scuole elementari, medie e superiori.
Oltreconfine emerge, chiarissima, in queste ore la presa di posizione della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione che si è detta contraria alla didattica a distanza.
E’ un parere pesantissimo poiché in Svizzera la responsabilità principale per la formazione e la cultura è dei Cantoni, i quali coordinano il loro operato a livello nazionale. Per questo i 26 direttori cantonali della pubblica educazione sono riuniti in un ente politico, appunto: la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione.
Stamane il Cdpe davanti al Consiglio Federale ha chiarito come “un tale provvedimento possa avere effetti ampiamente negativi sulla salute psichica e sulla formazione dei bambini e dei ragazzi”.
Dello stesso avviso Swiss National Covid-19 Science Task Force che ha sottolineato come: “I vantaggi dell’insegnamento a distanza prevalgono su quelli della didattica in presenza unicamente quando la situazione epidemiologica è critica o molto critica e soltanto per le scuole del livello secondario I e II”.
Così sono state richieste nuove misure negli istituti per evitare focolai, anche alla luce dell’arrivo delle varianti Covid.
L’Italia, è noto, ha ragionato diversamente.