Quello che doveva essere un momento di celebrazione si è rapidamente trasformato in un incubo mediatico per lo chef Adrien Lopez. Come riportato dal Blick, Lopez, alla guida del ristorante Le Vieux-Nendaz in Vallese, aveva appena ottenuto l’importante riconoscimento di 13 punti Gault&Millau (celebre guida gastronomica), quando la sua creazione, la “Marmotta alla reale”, ha scatenato una valanga di polemiche e recensioni negative online.
Centinaia di utenti hanno inondato la pagina Google del locale con valutazioni a una stella, accusando lo chef di crudeltà verso gli animali.
Gli attacchi sono stati così violenti da costringere persino la guida Gault&Millau a prendere posizione, definendo la valanga di commenti negativi come “ingiusta“. Lo chef Lopez ha cercato di placare gli animi spiegando che la caccia alle marmotte è perfettamente legale in Svizzera, ma le polemiche sui social media non si sono placate.
Solo dopo aver contattato direttamente Google, lo chef è riuscito a far rimuovere i commenti offensivi, riportando la valutazione media del locale a 4,6 stelle su 5.
Il caso vallesano evidenzia come i social media siano diventati un vero e proprio tribunale istantaneo, trasformando la cucina in un campo di battaglia etico e mediatico per gli chef che osano proporre piatti controversi.
Il Blick cita anche altri esempi recenti di “gogna social” nel settore:
- Jérémy Desbraux (Giura): Il rinomato chef, premiato come Chef dell’anno 2026 da Gault&Millau, è finito nel mirino per aver servito beccacce e pernici bianche, specie considerate a rischio in Svizzera. Desbraux ha prontamente precisato che le carni provenivano da caccia estera e si è impegnato a togliere i piatti dal menu entro il 2026.
- Max Stiegl (Austria): Il celebre chef austriaco è stato travolto dalle critiche dopo aver pubblicato un video in cui preparava una zuppa con la coda di castoro.
- Domenico Ruberto (Ticino): Anche lo chef ticinese, con ben 16 punti Gault&Millau, ha dovuto difendersi pubblicamente per alcune frasi sui cuochi tatuati.
Una cosa è chiara: oggi, per molti professionisti, la vera sfida si gioca sui social media, non solo in cucina, con malintesi mediatici e polemiche etiche che possono avere un impatto devastante sul rating e sulla reputazione dei ristoranti.