E se l’impasse in cui è finita la tassa sulla salute che la Regione Lombardia vorrebbe far pagare ai frontalieri, alla fine si scaricasse sui bilanci dei comuni tramite i ristorni? La prospettiva è stata ventilata apertamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a margine dell’evento varesino organizzato da Lombardia che Vorrei a Villa Recalcati.
Richiesto di un commento sulle proteste dei frontalieri contro la tassa della salute, Giorgetti dapprima ha affermato che “se non pagano loro devono pagare i comuni con i ristorni, per me è indifferente”.
Poi il ministro ha sottolineato che “è evidente che nelle tasse pagate in Svizzera non è compresa la quota per pagare la sanità, tanto è vero gli svizzeri devono fare l’assicurazione privata a un costo elevato. Comunque è una decisione che deve prendere Regione Lombardia e vedremo cosa deciderà”.
Intanto è confermata la mobilitazione generale contro la tassa sulla salute per i frontalieri, il balzello che potrebbe colpire i lavoratori con un minimo di 30 euro e un tetto massimo di 200 euro al mese. Il prossimo 15 febbraio a Varese ci sarà una manifestazione per ribadire il “no” a questa tassa pensata per coprire, in parte, i costi della sanità nella fascia di confine. Ovvero per recuperare somme da destinare al personale medico e per gli infermieri che decidono, nonostante le offerte e gli stipendi nettamente migliori, offerti dalla Svizzera, di rimanere in Italia a lavorare.