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Tassa sulla salute, nasce la Consulta dei frontalieri. All’interno “solo lavoratori, non ex parlamentari o burocrati”

Il Patto per il Nord crea la Consulta dei Frontalieri. Un organismo “indipendente per rappresentare, ascoltare e difendere chi ogni giorno varca il confine per lavorare con dignità, contribuendo in maniera decisiva alla ricchezza dei nostri territori”.

Un organismo composta “esclusivamente da frontalieri veri: non ex parlamentari, non burocrati lontani dalla realtà, ma lavoratori e cittadini che conoscono sulla propria pelle le problematiche del frontalierato” . Si tratta di Lisa Molteni – già coordinatore provinciale del Patto per il Nord, Raffaella GalliSydney RampaniGiuseppe Russo e Davide Corti.

“La nostra missione è chiara: Opporci fermamente all’introduzione di qualsiasi forma di tassa sulla salute per i frontalieri, sia essa obbligatoria o “volontaria”. Vigilare sullo stato di avanzamento della normativa e bloccare ogni tentativo di colpire economicamente i frontalieri. Collaborare attivamente con le principali realtà associative che tutelano i Comuni, soprattutto sul tema dei ristorni, affinché le risorse prodotte dal lavoro frontaliero restino sul territorio”.

È indispensabile per i promotori  che ci sia “trasparenza sull’utilizzo di ogni singolo euro, il cosiddetto “tesoretto dei frontalieri” gestito dall’Inps, milioni di euro bloccati per anni, è un monito: mai più fondi spariti o congelati lontano dai territori. Inps docet. Ribadire con forza che il frontalierato è una questione territoriale, che riguarda le Regioni del Nord, e non può essere deciso da Roma o da chi non vive la realtà dei nostri confini”.

Quindi la consulta prende posizione in merito ad alcune dichiarazioni diffuse dalla consigliera regionale Silvana Snider della Lega. “Troviamo inaccettabili le sue dichiarazioni pubbliche sulla presunta equità di un contributo sanitario imposto ai frontalieri. Nei suoi interventi, la Snider sembra legittimare una tassa mascherata da scelta, insinuando che chi lavora oltreconfine goda di privilegi o non contribuisca abbastanza”. E poi ancora: “Queste affermazioni alimentano una narrazione divisiva tra lavoratori italiani e frontalieri e sminuiscono il valore economico e sociale che i frontalieri portano ogni giorno alle nostre comunità. Sostenute dall’assessore Massimo Sertori, spingono avanti una misura punitiva per motivi che chiediamo vengano chiariti e che siamo pronti a contrastare”.

Infine la consulta lancia un messaggio-manifesto:

I frontalieri non sono cittadini di serie B.
Non accettiamo che si usino argomenti pretestuosi per giustificare nuove gabelle, né tollereremo provocazioni istituzionali che mirano a metterci contro altri lavoratori.

Chiediamo rispetto e ascolto.
Pretendiamo che ogni decisione sul frontalierato sia presa qui, nei nostri territori, da chi conosce le esigenze e le difficoltà di chi lavora oltre confine.

Il tempo delle deleghe in bianco è finito.
La Consulta dei Frontalieri è nata.
E non farà mai un passo indietro.

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