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Svizzera, la tassa che sembrava impossibile è più vicina: gli stranieri che transitano in auto pagheranno

Una svolta significativa per gli automobilisti in transito: il Consiglio degli Stati svizzero ha dato il via libera unanime a una mozione che propone l’introduzione di una tassa di transito per i veicoli stranieri che attraversano il Paese senza fermarsi. La misura, promossa dal consigliere Marco Chiesa (UDC), punta a far pagare chi utilizza le infrastrutture elvetiche come un “corridoio gratuito”, senza contribuire all’economia locale.

Chi sarà penalizzato e perché?

Questa nuova tassa colpirebbe esclusivamente i veicoli di passaggio, escludendo i residenti e i turisti che soggiornano in Svizzera. L’obiettivo principale è duplice:

  • Generare entrate: il ricavato della tassa verrebbe destinato al Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), finanziando la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture stradali.
  • Ridurre il traffico: si intende alleggerire la congestione sulle strade nazionali, in particolare lungo le principali direttrici alpine, causata da un traffico di transito che non porta benefici economici.

Dubbi e incertezze sulla sua applicazione

L’approvazione della mozione ha acceso un dibattito politico con sostenitori e oppositori. Molti dubbi riguardano la sua applicazione pratica. Un punto critico è la definizione di “permanenza significativa” che escluderebbe l’applicazione della tassa. Si sta discutendo, per esempio, come gestire i casi in cui gli automobilisti si fermano per brevi periodi, magari per un pasto o una breve visita turistica.

Un possibile strumento per la gestione dei flussi è già a disposizione: 177 valichi di frontiera svizzeri sono dotati di un sistema di riconoscimento automatico delle targhe, che potrebbe essere utilizzato per monitorare i tempi di permanenza sul territorio.

Prossimi passi e compatibilità internazionale

La mozione dovrà ora superare l’esame del Consiglio nazionale per diventare legge. È fondamentale che la tassa sia compatibile con gli accordi internazionali della Svizzera, inclusi quelli con l’Unione Europea, garantendo l’esenzione per i veicoli coperti da tali trattati. La discussione politica è appena iniziata e i prossimi mesi saranno cruciali per definire i dettagli di questa potenziale rivoluzione per il traffico transfrontaliero.

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