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“Taxi boat sul Lago di Como, così gli improvvisati rubano i clienti. Brulicano in questa zona e rovinano il settore”

Ci risponde al timone del suo motoscafo e – dopo la prima puntata che tanto scalpore ha suscitato in tutto il Lago di Como – ecco  un secondo imprenditore comasco chiede l’anonimato. “Purtroppo si rischiano ripercussioni, anche fraintendimenti, io cerco sempre di convivere con gli altri, mai un litigio, mai un cliente rubato”.

Però le è capitato che qualcuno le portasse via i clienti.
Beh certo. Adesso chiediamo la caparra prima di confermare, ma è successo che venissero intercettati nostri clienti sul pontile e venisse applicato un prezzo più basso. Così si arriva al pontile e non c’è più nessuno.

Di che prezzi stiamo parlando?
Un tour del Lago di Como di un paio d’ore viene venduto a circa 300 euro, ma pur di lavorare c’è chi lo propone a 150 e capite anche voi che il turista sceglie il prezzo più basso.

Com’è oggi la situazione tra i barcaioli?

Taxi boat, noleggio con conducente, noleggiatori… Diciamo che è un bel casino, una bomba che rischia di esplodere se il Comune non ci mette mano.

Ovvero?
Ci sono almeno tre fazioni oggi sul Lago di Como. La prima sono gli operatori storici, il Tasell, i Mostess, i Luppi, Classic boat a Laglio, quattro o cinque società. Imprenditori seri, con diversi dipendenti, che lavorano da sempre e si vedono ora portare via una bella fetta del mercato. Poi c’è chi opera da alcuni anni sempre seriamente, come la mia realtà, con alcuni motoscafi, contatti diretti con gli alberghi tra Milano e Lugano. Clientela di alto livello. E, infine, gli… scappati di casa. Si sono affacciati al business tutti dallo scorso anno e stanno rovinando il settore.

Addirittura?
Lei passi un sabato o una domenica con la famiglia in viale Geno, all’inizio del viale, dalla stazione dei treni di Como Lago verso la Funicolare. Ha presente il cameriere che l’invita a entrare nel ristorante? Moltiplichi per dieci, venti. E’ un brulicare di strani personaggi, senza maglietta, qualcuno senza denti, che propongono tour in barca. Persone poi, anche di bassissimo livello culturale, ogni mezz’ora ci scappa un litigio, vengono alle mani tra loro, si rubano i clienti. Ma questa è Como ed è il Lago di Como questo problema va risolto in fretta.

Come si può risolvere la situazione?
Come ogni mercato va regolamentato. Se si mettono le regole per tutti, certe situazioni scompaiono dall’oggi al domani. C’è chi dice che sul Lago di Como ci siano già troppe barche che lavorano, si parla di trecento circa, ma il problema sono le regole e le regole le possono fare solo il Comune di Como e l’Autorità di Bacino. Guardia di finanza, Guardia costiera, Polizia locale, e Polizia di stato poi le dovranno fare rispettare.

Ma sono stati fatti dei passaggi per regolamentare il settore?
Un mese fa c’è stato un incontro in Camera di Commercio, l’auditorium era gremito. Il sindaco ha salutato ed è andato via. Però è lui che deve fare il regolamento. Poi è vero, ci sono ancora troppe zone grigie in questo settore, dalla fiscalità, al tipo di contratto, allo scontrino, al pagamento in barca. Io credo che il settore rappresenti una risorsa per il territorio. Comunque intercetta una clientela di alto livello, che va nei ristoranti, alloggia, fa acquisti nei negozi. Non serve a nessuno fare la guerra a chi opera sul lago, ma neanche tra di noi. Solo che servono delle regole. Si deve lavorare tutti in sicurezza”.

Il trasloco da San’Agostino a viale Geno potrebbe migliorare la situazione?
Ma stiamo scherzando? L’ha visto il pontile? Se passa l’aliscafo e un cliente sta salendo finisce in acqua di sicuro. C’è davvero un rischio altissimo di un incidente e poi allora saremo qui tutti a piangere e chi ha responsabilità dovrà pagare. Oggi il pontile di Sant’Agostino è troppo affollato e anche di un’utenza troppo diversa. Dai battelli ai barchini. Il Lago di Como se vuole fare turismo deve fare anche dei servizi.

Meglio Sant’Agostino quindi?

Anche lì è una giungla. Si fa ostruzione tra barche. Se c’è un driver poco esperto che sbaglia la manovra prende insulti pesanti, strombazzate, per il cliente che aspetta non è certo un bello spettacolo. Personalmente non carico più nessuno a Sant’Agostino, ne va dell’immagine della mia attività. E il rischio incidente è troppo alto, io mi chiedo come fino ad oggi non sia ancora successo qualcosa di grave.

I controlli ci sono, fioccano le multe…
Si, sono controlli sulla sicurezza a bordo, sui contratti, a volte il metro delle forze dell’ordine è differente. Però vede, qui non stiamo parlando di punire dei trasgressori, ma di regole. E’ come se per le auto mancasse il codice della strada e ci fossero solo un paio di norme, sulla velocità e sulla patente… così non si va da nessuna parte”.

Un altro servizio che manca?
I distributori di carburante. Sono tre per tutta la sponda occidentale. Allo Yacht Club, dal Mostes di Faggeto e a Tremezzo. Con tre benzinai dove vogliamo andare?.

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