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Ticino, un residente su 6 è italiano. “Como e Varese avrebbero costruito un muro al confine”

Il Ticino, terra promessa per molti italiani in cerca di un lavoro ben remunerato, si può ben dire che sia da tempo un cantone sempre più tricolore. Oltre al numero di frontalieri che, come noto, a inizio agosto ha superato quota 75mila, se si guardano le ultime cifre emesse dall’Ufficio Statistica (aggiornate al 25 agosto) sulla popolazione residente, ecco che appare evidente come siano sempre gli italiani a farla da padrona tanto che in Ticino un abitante su 6 è un connazionale.

Sono infatti ben 60.609 gli italiani residenti al 31 dicembre del 2021 (erano 60.052 nel 2020) sul totale degli abitanti che raggiungono quota 352.181 abitanti, di cui 254.310 svizzeri e 97.871 stranieri. Tra questi, come detto, la parte del leone è recitata da connazionali. Di questi sono 7.842 gli italiani nati in Ticino mentre il resto proviene o da altri cantoni (2.545) o dall’Italia (50.296), in prevalenza da zone di confine.

Numeri in costante crescita dunque sia a livello di frontalieri che di residenti veri e proprio. Numeri che ancora una volta sono però valutati negativamente dalla Lega dei ticinesi e non visti come delle potenziali risorse. Settimanalmente infatti gli attacchi ai danni causati dalla libera circolazione si sprecano e le accuse di “rubare“ il posto di lavoro agli svizzeri sono all’ordine del girono. L’ultimo nelle ore scorse.

“In Ticino non solo i frontalieri rappresentano ormai un terzo degli occupati, ma i lavoratori svizzeri sono solo il 48% del totale. Siamo quindi in minoranza in casa nostra. Il colmo è che oltre ramina si trova sempre qualche giornalaio, o politicante in fregola di visibilità mediatica, pronto a berciare accuse di razzismo nei confronti dei ticinesi. Se nelle provincie di Como e Varese i vicini a sud avessero il 33% degli impieghi occupati da ticinesi ed i loro lavoratori a casa in disoccupazione, avrebbero già costruito un muro sul confine che Orban scansati!”, tuona la Lega dei ticinesi.

Un ennesimo duro atto d’accusa che però non tine conto dei numeri, non solo dei frontalieri, ma anche dei tanti stranieri che ormai da tempo risiedono oltreconfine. Persone che abitano inoltre in un cantone dove, sempre secondo le statistiche recenti, l’indice di dipendenza dei giovani è il più basso della Svizzera (20,2 giovani ogni 100 persone potenzialmente attive; 22,9 a livello nazionale) e l’indice di dipendenza degli anziani più alto (36,7 anziani ogni 100 persone potenzialmente attive; 28,9 a livello nazionale). Completa il quadro l’indice di anzianità che indica come in Ticino la quota di anziani nella popolazione sia la più alta in Svizzera (23,4%; dato nazionale: 19,0).

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9 Commenti

  1. cari amici ticinesi esprimendomi con il dialetto di Rebbio del 1950 va disi sübit nà roba,”e sü ül capel e giò ül capèel”In Tisin sa lamentan sempar-ma qual’è la realtà ? In ogni comune-a livello catonle e federale-per quanto riguarda l’économia dagli imprenditori,c’è sempre diversi personaggi che si occupano di attirare dall’estero degli imprenditori pronti ad investire e la prima cosa che propongono-sono terreni-basso costo imposte e sopratutto e in tutte le lingue”se ta vegnat chi,ta pödat ciapà maestranze da Cöm Varés Léc Brianza Ceresio(porlezza)Campione Val d’intelvi-t’hai pagat tri e na cica e l’è tütt un bel guadagnà
    nella cifra d’affari che ta sa inc orgiat tütt i an à GFiugno al müment de la comptà E insci nem ben Ecco il segreto che po dopü per i resident in dal Tisin ghé mia da laurà !Ciapasela dunca con coloro che attirano dalla CH/TI/Comun i Va saludi tücc Tüsann e Fieu bruno(GR+GE)ma anca da Cömm quindi ma dispias ma l’imero romano Roma e il Bel Paese Comprese le montagne sono in Italia e nelle isole e per 1/2 il Cervino/Intero o quasi la cima del Monte Bianco e la fgondazione dai Pifferi di Cantì(archivi”CAFFE di Locarno)della guardia pontificia.E la lingua Latina e Plinio il Vecchio debbo dire altro ?? Leggi il dialettale Carlo Finestra e ciapasala mia

  2. In un mondo e in un Paese dove vanno di moda i regionalismi e i nazionalismi leggendo l’articolo ti chiedi quanto siano anacronistici i dazi e perfino i confini e quanto sia sciocco chi pensa di risolvere i problemi erigendo muri e organizzando inutili blocchi navali. Il mercato del lavoro è ormai internazionale. Molti italiani lavorano in altri Paesi, perfino in smartworking continuando a vivere in Italia, e molti stranieri lavorano in Italia. La globalizzazione alimentata dall’iperconnessione alla rete e dalla diffusione delle conoscenze linguistiche è un processo irreversibile sia per le imprese sia ormai anche per i lavoratori. L’unico modo per evitare sfruttamenti e concorrenza sleale tra i lavoratori stranieri e nazionali, sia per la Svizzera e sia per i Paesi Europei, è creare un modello di regole comuni e transazionali che garantisca equo trattamento retributivo, contributivo e fiscale. È il motivo per cui il “sovranismo” non è mai una soluzione percorribile ma rischia di creare ulteriori problemi, ulteriori ingiustizie o ulteriori limitazioni di libertà.

  3. L’uovo di Colombo:
    Basterebbe che il Governo Svizzero obbligasse a pagare i frontalieri come sono pagati i residenti di origine Elvetica… a quel punto il datore di lavoro sceglierebbe IL MIGLIORE non il PIÙ CONVENIENTE.
    Solo allora si scoprirete quanti lavori gli autoctoni svizzeri si rifiutano di fare.

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