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Il TramTreno di Varese ora punta a unire Como, Lecco e Ticino: “Una Città dei Laghi per sfidare Milano e Zurigo”

Il progetto TramTreno di Varese, di cui si è iniziato a parlare nel 2019 e che nel 2021 ha portato alla creazione di un apposito Comitato e all’interessamento di un fondo internazionale, compie adesso un ulteriore passo avanti (qui il progetto). E lo fa spostando l’attenzione su Como, Lecco e il Canton Ticino.

Solo pochi mesi fa era stato illustrato uno studio affascinante sul quale stanno ancora lavorando i ricercatori dell’Accademia di architettura di Mendrisio per ipotizzare la “Città dei Laghi”  (qui il racconto) formata da Como, Varese e le maggiori realtà ticinesi per far evolvere il territorio di frontiera e renderlo competitivo ed attrattivo rispetto alle aree di Milano e Zurigo.

Nodo strategico per andare in questa direzione è l’aspetto infrastrutturale e viabilistico. In tale contesto il TramTreno, nato in origine come progetto per trasformare l’attuale sede ferroviaria tra Varese e Laveno-Mombello da ferrovia a linea adatta al tram, fa un passaggio ulteriore. Il gruppo di lavoro TramTreno ha infatti risposto alla call del Comune per l’avvio del procedimento del nuovo Piano di Governo del Territorio, con un’idea che guarda al Lario e al Ticino.

“L’analisi degli effetti e le possibili ottimizzazioni generate a cascata dalla trasformazione in metro-tramvia della linea che da Varese porta a Laveno Mombello ci induce a evidenziare come lo sguardo debba allargarsi a una scala territoriale più ampia”, spiega Giovanni Arioli, portavoce di un comitato operativo formato da cittadini accomunati dall’appartenenza a otto club Rotary del Varesotto e supportati dalle più qualificate competenze a livello tecnico e accademico. “Appare ormai chiaro – continua lo stesso portavoce – come la giusta scala geografica sia la cosiddetta Città dei Laghi, frutto delle riflessioni in corso all’Accademia di Mendrisio e all’Università dell’Insubria nonché al tavolo che vede riuniti i sindaci delle principali località del territorio transfrontaliero italo-svizzero”.

Nella cartografia elaborata da Michele Arnaboldi dell’Accademia di Mendrisio, la linea rossa più marcata rappresenta l’asse portante di mobilità urbana pubblica su ferro che potrebbe essere utilmente realizzata tra Laveno e Lecco passando per Varese e Como.

“Le due tratte estreme dell’asse, rispettivamente la Laveno-Varese e la Como-Lecco, sono già in esercizio come ferrovie tradizionali, ma potrebbero facilmente essere trasformate in metro-tramvie con un importante incremento di fermate e frequenze, così come dimostrato dallo studio che il comitato TramTreno Varese ha illustrato lo scorso giugno in un convegno pubblico – prosegue Arioli – La tratta Varese-Como sarebbe invece da ripristinare utilizzando il vecchio tracciato FNM da Malnate a Grandate. In via provvisoria, tuttavia, può già essere coperta dal servizio ferroviario Tilo che collega i due capoluoghi di provincia lombardi con il Canton Ticino fino a Bellinzona e Locarno, passando per Mendrisio e Lugano. Questi due assi di trasporto pubblico, rispettivamente Est-Ovest e Sud-Nord potrebbero conferire al nostro territorio transfrontaliero un’identità propria di polarità urbana, ora troppo spezzettata. Un’identità che, per massa critica, sarebbe in grado di competere con la forza centripeta che attualmente caratterizza le due aree metropolitane di Milano a Sud e Zurigo a Nord, rischiando di fagocitare sia il Varesotto e il Comasco, sia il Canton Ticino».

Tanto più che altri studi recenti mostrano come l’attenzione verso il pendolarismo con Milano debba essere almeno contemperata da un identico interesse per chi entra e si sposta a Varese come a Como, Lecco o Lugano: “Persone che sono la maggioranza: gli spostamenti verso e all’interno di Varese sono 35.800 al giorno, nettamente di più dei 15mila in uscita dalla città, sempre per motivi di lavoro o studio. Persone che meritano migliori infrastrutture di mobilità. Da troppo tempo – conclude Arioli – non si è posta la giusta attenzione e così i capoluoghi insubrici, in orario di punta, al di qua e al di là del confine sono intasati dal traffico veicolare privato. Un traffico che poi trova a fatica possibilità di sosta e trasforma il paesaggio urbano in un tappeto di auto, con il conseguente degrado del tessuto urbano. Il prossimo passaggio del nostro gruppo di lavoro TramTreno Varese sarà, quindi, quello di coinvolgere i Rotary club di Como e Lecco per estendere lo studio di fattibilità della metro-tranvia prealpina ai territori delle due località lariane»

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6 Commenti

  1. Ben vengano tutte le novità che possano migliorare la mobilità alternativa all’auto in Lombardia. Dopodiché non dimentichiamo che il tempo di percorrenza su una linea non proprio secondaria come Como Lago-Milano Cadorna è lo stesso di quarant’anni fa e più, e che i treni sono vecchi e scassati, si rompono in continuazione e, in certe ore, sono stracarichi. E per tutto ciò possiamo ringraziare (anche) Regione Lombardia.

  2. La lecco Como presenta un tracciato di 42 km contro i 30 stradali, non solo, ma non è elettrificata, sarebbe più utile una nuova linea lecco erba Como, come esisteva in passato una tranvia in tal senso.

  3. Sicuramente l’idea di creare delle tramvie sul modello utilizzato per collegare i paesi della Valle Seriana e della Val Brembana a Bergamo è suggestiva e assolutamente intelligente. Aumentare il numero delle fermate e la frequenza delle corse creando in prossimità delle stazioni dei poli interscambio, come previsto, è sicuramente una soluzione molto interessante. Tuttavia, mentre per l’area bergamasca il tracciato della ferrovia delle Valli era pressoché intatto. Per la Malnate-Grandate il tracciato, oltre a un ponte sull’Olona, è quasi inesistente (si pensi a dove sono ubicare le vecchie stazioni di Villaguardia e di Lurate). Per la Como-Lecco è necessaria l’elettrificazione che non è ancora stata iniziata. Insomma, siamo lontanissimi dalla meta e, purtroppo, c’è chi pensa ossessivamente al faranoico, costosissimo e inutile Ponte sullo Stretto. Ahimè, quando la politica è l’arte di cercare voti, si perde l’interesse a cercarli dove si hanno già e quindi si cercano altrove.

  4. La degradazione della rete ferroviaria esistente viene definita “uno studio affascinante”.
    Non ci sono parole.

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