La Uil del Lario e la Uil Trasporti del Lario sono sul piede di guerra sul tema dei trasporti, sempre più caratterizzati da disservizi verso le persone e i lavoratori in particolare. E le problematiche si verificano sia per quanto riguarda il trasporto ferroviario che quello su gomma tanto che il coordinatore UIL Dario Esposito esordisce sottolineando che “sul Lario la distanza fra promesse (pubbliche) e ritardi (sempre più frequenti) rischia di diventare il biglietto più caro da pagare per tutti pendolari comaschi e lecchesi, una situazione che da mesi, decine di migliaia di pendolari che per motivi di lavoro e/o studio giornalmente si ritrovano in viaggio, sono costretti a subire per la disattenzione di Trenord”.
Disagi che investono una parte importante di società visto che (secondo il report statistico fornito dalla Camera di Commercio alla 21esima Giornata dell’Economia) nel 2021 facendo riferimento ai movimenti per ragioni di lavoro erano oltre 120mila i pendolari in uscita quotidianamente dal territorio lariano e 72 mila quelli in ingresso. Di questi, solo per citare alcuni numeri, 31.049 diretti verso le imprese dell’Area Metropolitana di Milano, 22305 verso la Brianza, 31 mila per il Canton Ticino e 10700 che si muovono fra la Provincia di Como e Lecco.
Disservizi, ritardi, anche infrastrutturali, che colpiscono quindi i lavoratori già posto alla prova dal caro affitti che in molte località del Lago rendono i costi d’accesso alla casa fra i più alti d’Italia. Tornando però ai numeri non è solo di queste settimane l’emergenza, che ormai si stenta a definire tale avendo messo radici, dei ritardi e delle soppressioni di treni in Trenord.
“Ebbene – conclude Esposito – raggiungere la sede lavorativa senza altro disagio che sopportarne l’onere economico dovrebbe essere un diritto di ogni lavoratore, per questo è doveroso pretendere da Trenord l’offerta di un servizio che non penalizzi il tessuto sociale lariano, non agevoli lo spopolamento della provincia comasca e lecchese e non ostacoli il futuro indotto economico-turistico che le Olimpiadi Invernali del 2026 porteranno”.
E la situazione non è differente per il trasporto su gomma. “Da anni – evidenzia Dario Ripoli della UIL Trasporti Lario – il settore versa in crisi, per gli utenti si rilevano le stesse gravi carenze dei treni, con ritardi e diverse corse saltate. Il traffico fa la sua parte, ma ancor più lo è la carenza cronica nel reperire autisti. Si ricorre alla cessione in subappalto dei servizi, non ricevendo la stessa qualità degli stessi se gestiti direttamente. E si rileva spesso anche una differenza retributiva tra il personale in subappalto, rispetto all’Azienda appaltante. Senza dimenticare le ricadute sulla turnazione e quindi sulla vita propria degli autisti delle Società appaltanti che sono soggetti ad effettuare molte, troppe, ore di lavoro straordinario. Le ragioni solo legate ad una situazione legata al CCNL, non adeguato ai tempi e decisamente svantaggioso per il personale stesso, per via del costo delle patenti e delle abilitazioni necessarie, nonché alla retribuzione stessa. Una situazione che non è più assolutamente sostenibile”.
Un commento
Sinceramente i 31.000 che vanno in Svizzera dovrebbero pagare una tassa, un pedaggio fisso annuale al Comune di Tavernerio, Como e Cernobbio tipo vignetta per il caos che creano!!!! Con 100 euro di pedaggio annuale si potrebbero raccogliere 3.100.000 annui per sistemare un pochino le strade. C’è chi usa poco o niente l’auto e deve subire le conseguenze di chi la usa tantissimo. Lo stesso vale per i TIR. Ma siamo in Italia dove se magna, se ride e se scherza. In sintesi i furbi la SFANGANO sempre.